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San Marino-Italia: la "guerra" è finita

24 set 2014
San Marino-Italia: la "guerra" è finita
San Marino-Italia: la "guerra" è finita
“Si apre una nuova stagione di relazioni tra Italia e San Marino”. “Finisce la guerra su fisco e finanza”. Questi i commenti che arrivano da Roma dopo il si definitivo della Camera all'accordo di collaborazione finanziaria tra i due Paesi. La Convenzione sancisce l'effettiva collaborazione sulla vigilanza nei settori bancario, finanziario e assicurativo, l'impegno comune contro il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il controllo dei movimenti transfrontalieri di denaro contante. Adesso, a sancire una equiparazione definitiva ai Paesi non Ue, serve solo l'approvazione del Memorandum, cui stanno lavorando Banca Centrale e Bankitalia. La Convenzione siglata nel 2009 e che l'Italia – ricorda Il Sole 24 ore – ha tenuto ferma per quasi 5 anni, impone ai due Stati di cooperare per “tutelare la stabilità, l'integrità e la trasparenza dei sistemi finanziari anche mediante lo scambio di informazioni riservate e lo svolgimento di accertamenti ispettivi diretti” sulla base di accordi specifici tra l'Aif sammarinese e l'Unità di informazioni finanziaria italiana. La firma della Convenzione contro le doppie imposizioni del 2013, ha di fatto creato le condizioni per la fuoriuscita di San Marino dalla black list anche a seguito, ricorda Tiziano Arlotti, di un adeguamento del quadro normativo sammarinese ai più avanzati standard internazionali in materia di trasparenza e scambio di informazioni. Nella sua visita a San Marino, sottolinea Arlotti, Napolitano ha sollecitato in particolare il tema della cooperazione economica a partire dal Polo scientifico e tecnologico ma anche nel campo delle infrastrutture legate alla mobilità, alla cultura, alla valorizzazione dell'ambiente e del territorio. In sostanza, conclude Arlotti, si tratta di dare ulteriore impulso ad un rapporto capace di aumentare le opportunità di lavoro – ad oggi oltre 5.500 italiani operano come frontalieri a San Marino – e di incrementare l'interscambio commerciale pari a 4 miliardi e mezzo di euro, con un attivo di bilancio per l'Italia di un miliardo.

Sonia Tura

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