E’ scontro aperto, sui temi dell’Europa, fra il Psd ed il Governo

“Il quesito referendario è chiaro – esordisce il Segretario del Psd, Gerardo Giovagnoli – non si chiede maggiore integrazione o forme intermedie, ma di attivare il processo di adesione a pieno titolo”. Si dicono preoccupati per le parole del Governo, le leggono come il tentativo di bloccare il pronunciamento dei cittadini su un tema così importante, parlano di atteggiamento antidemocratico, di una manovra pericolosa dal punto di vista istituzionale. Sulla questione ci sono state polemiche anche in aula consiliare, animati scambi di vedute e l’accusa, all’indirizzo della maggioranza, di temere il pronunciamento dei cittadini che a parere del Psd sarebbe favorevole ad un ingresso nell’Unione Europea e costringerebbe il Governo a tornare sui propri passi. “Per evitare il referendum – sostiene Giuseppe Morganti – non c’è che una strada: quella di chiedere l’adesione. Impensabile – aggiunge – ricorrere nuovamente al Collegio Garante; la legge non lo consente”. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici ne approfitta per rinnovare le critiche sul documento di bilancio e sul rinvio della nomina del Presidente di Banca Centrale. “Non esiste nessun accordo trasversale – replicano a quanto scritto in un articolo di Milano Finanza – noi non siamo stati interpellati e ci risulta non lo siano state neppure le altre forze di opposizione, così come ci pare non siano d’accordo neppure tutti gli esponenti della maggioranza”.

Sergio Barducci

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