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Scontro tra politica e magistratura: all'origine c'è Telekom Serbia

24 ott 2005
Scontro tra politica e magistratura: all'origine c'è Telekom Serbia
E’ una questione complessa e allo stesso tempo delicata. In ballo ci sono la credibilità della magistratura e la sua autonomia, da un lato, quella delle politica e la sua necessaria distanza dagli affari del tribunale dall’altra. Tutto sembra nascere attorno alla vicenda Telekom Serbia. Una faccenda di vecchia data che ha visto il Titano interessato da diverse rogatorie internazionali, inviate sia dalla procura della Repubblica di Torino, che stava indagando dopo le dichiarazioni di Igor Marini e sia dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, presieduta dall’Onorevole Enzo Trantino. Sulla documentazione fornita da San Marino circolarono allora alcune voci che volevano questa non fosse completa. Affermazioni smentite poi dalla magistratura torinese, che in una lettera inviata al commissario della legge Rita Vannucci si complimentava invece per la puntualità del lavoro svolto. Poco chiari sono ancora alcuni contorni, sollevati anche da recenti interpellanze del Consigliere Augusto Casali, in merito ai provvedimenti che hanno interessato due agenti della Polizia Civile e sui quali l’esponente del Gruppo Federativo Socialista chiede copia dei verbali della riunione in questione. E oggi nuove rivelazioni, secondo le quali martedì scorso, durante una riunione preparatoria della commissione giustizia, che si sarebbe tenuta il giorno dopo e del Consiglio Giudiziario del 25 novembre prossimo, si sarebbe parlato, fra gli altri argomenti, della possibilità di trasferire ad altri l’incarico per le rogatorie internazionali, oggi affidato a Rita Vannucci. Stando a queste indiscrezioni non confermate, i Segretari di Stato Berardi (e il capogruppo di AP, Masi, torna a chiederne le dimissioni), Mularoni e Felici, affiancati da Podeschi e Stolfi, membri di maggioranza della Commissione Giustizia, avrebbero sollecitato il cambio di competenze ma il magistrato dirigente, Valeria Pierfelici, si sarebbe opposta evidenziando che solo al Consiglio Giudiziario toccherebbe, eventualmente, prendere tali decisioni.

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