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I Segretari di Stato Stolfi, Macina e Masi intervengono sulle indagini della Guardia di Finanza

13 ott 2007
Guardia di Finanza
Guardia di Finanza
Esprimono stupore e indignazione anche le tre figure istituzionali più direttamente coinvolte nei rapporti economici fra i due paesi, i Segretari di Stato agli Esteri, alle Finanze e all’Industria. Tutti concordi nel definire del tutto prive di fondamento le interpretazioni della Guardia di Finanza, e nel difendere con convinzione le aziende sammarinesi loro malgrado coinvolte. Tutti e tre convinti della necessità di una presa di posizione comune, di tutte le forze politiche e delle stesse categorie economiche e sociali.
Discutibili e non condivisibili vengono definite le iniziative intraprese, del tutto scollegate dai tavoli di trattativa aperti fra i due paesi, cosi come dalle scelte della Magistratura che si è già pronunciata in senso opposto. Il Segretario Stolfi, che già aveva dichiarato il totale disaccordo circa le interpretazioni della Guardia di Finanza, sostiene che la firma sul quell’accordo debba essere assolutamente accelerata per consentire alle aziende sammarinesi di operare con serenità e senza ombre. Ma il responsabile della politica estera mette anche in risalto come la mancata firma nel 2006 di un accordo di cooperazione già parafato, sia stato un atto di rottura nelle buone relazioni fra San Marino e Italia, uno strappo che può aver favorito un atteggiamento di rigidità e di accentuazione delle spigolosità. "Da oltre un anno – spiega – stiamo lavorando per ristabilire un rapporto di collaborazione con il Governo italiano. In gioco non c’è il futuro di una maggioranza o del suo governo, ma del Paese. Si deve reagire compatti, tutti nella stessa direzione, per difendere il sistema economico della Repubblica. Chiunque – afferma – cerchi invece di sfruttare l’occasione per le proprie speculazioni politiche, merita tutta la disapprovazione degli imprenditori e dei cittadini". All’indirizzo della Commissione Europea è stata inviata recentemente una lettera nella quale San Marino dichiara la volontà di approfondire il Rapporto con l’Unione fino al punto di considerare l’ipotesi di adesione. "Questo – dichiara Stolfi – dimostra la nostra intenzione di volere essere un Paese integrato nel contesto europeo. Le nostre ragioni – conclude – non intendiamo rappresentarle solo a Roma ma anche a Bruxelles".
"Stanno andando nella direzione sbagliata – gli fa eco il Segretario Macina – un atteggiamento che abbiamo respinto fin dall’inizio contestando queste interpretazioni errate, che rappresentano una situazione non reale. La Guardia di Finanza – aggiunge il responsabile delle Finanze – è un organo dello Stato italiano e deve rispondere a direttive chiare che dettino le regole. Oggi – aggiunge – queste direttive appaiono lacunose e questo permette iniziative discutibili. Siamo con determinazione al fianco delle aziende interessate – spiega Macina – che oltretutto sono le più rappresentative del sistema economico del nostro Paese. Le difenderemo – conclude - con decisione”.
Indignato si dichiara il Segretario all’Industria, che ritiene persecutorio l’atteggiamento della Guardia di Finanza. "Abbiamo registrato attenzione e considerazione sul piano politico – spiega Masi – ma questa disponibilità non si è trasferita sul fronte operativo. Occorre – aggiunge – un’iniziativa forte del Governo che discuteremo nella seduta di lunedì e che trovi subito applicazione nei giorni seguenti". Masi riconosce la presenza di sacche di economia fasulla che creano turbativa nel rapporto italo sammarinese, ma siamo intervenuti con determinazione e continueremo a farlo. Pronti provvedimenti che vanno in questa direzione che saranno discussi con le categorie. Siamo preoccupati e stupiti di fronte a questi atteggiamenti – prosegue Masi – anche se siamo ben lontani dall’assedio del 1997, come invece qualcuno, strumentalmente, vorrebbe sostenere.

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