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Segretario Ciavatta: prioritario “mettere in sicurezza” il sistema previdenziale

In apertura i lavori del Consiglio. A caratterizzare la sessione pomeridiana il riferimento del Congresso in merito agli interventi in materia pensionistica e di riforma del mercato del lavoro

20 mag 2021
Segretario Ciavatta: prioritario “mettere in sicurezza” il sistema previdenziale

Dopo tanti appelli, alla necessità di procedere senza indugi con le riforme, era uno dei comma più attesi, quello aperto a metà pomeriggio; con gli interventi dei Segretari di Stato alla Sanità e al Lavoro. Da Roberto Ciavatta numeri che fanno riflettere: nell'83 vi erano 6 lavoratori per ogni pensionato; oggi sono 2,6. E si prevede un saldo previdenziale fortemente negativo nel 2021: oltre 50 milioni di euro, destinato a crescere negli anni a venire. Ciò comporta una progressiva erosione del fondo pensioni, che si annullerà – ha ammonito Ciavatta – intorno al 2030. Da qui la necessità di interventi decisi, in attesa che la riforma del 2011 produca tutti i suoi effetti. L'obiettivo di questo Esecutivo è allora realizzare ciò che non è riuscito agli ultimi 3 Governi. Ci sono misure sul tavolo già oggi – ha sottolineato il Segretario alla Sanità – e che prossimamente saranno oggetto di confronto con tutte le parti.



Anticipate le linee guida, a partire da interventi urgenti di contenimento della spesa previdenziale; garantendo tuttavia un'equità generazionale. Importante, ad avviso di Ciavatta, anche una “adeguatezza” tecnica dei soggetti che gestiscono il fondo pensioni, sulla falsariga di ciò che già avviene per Fondiss. Intimamente connessa a quella previdenziale la riforma del mercato del lavoro, sulla quale – ha rimarcato Lonfernini – è impegnata la Segreteria.
Si lavora su due direttrici: da una parte la stesura di un testo unico, dall'altra uno studio comparato delle esperienze di vari Paesi europei, da concludere entro il primo semestre del 2022. Diversi gli obiettivi: a partire dalla ricerca di un equilibrio fra l'esigenza di tutelare l'occupazione interna e la necessità degli imprenditori di trovare la forza lavoro più confacente alle proprie necessità. E poi un'organizzazione più efficace dell'Ufficio del Lavoro, interventi normatici sul lavoro occasionale, ampliandolo a tutti i settori e sburocratizzandolo, revisione delle norme sul tempo determinato.
Si lavora inoltre ad una riorganizzazione degli incentivi, ad una revisione degli ammortizzatori sociali e ad una riforma del CFP. Evidente, nei dati snocciolati dal Segretario, l'impatto del Covid. Nel 2020 il settore privato ha perso 252 lavoratori, in massima parte frontalieri, di sesso femminile. Ma nei settori che hanno mantenuto o aumentato l'occupazione – ha aggiunto – si è registrato un aumento dei residenti; e il numero dei disoccupati in senso stretto si è contratto. Rivendicata allora, in un qualche modo, l'efficacia delle politiche di tutela dell'occupazione interna; da Lonfernini anche un commento severo riguardante il meccanismo del 4,5%, introdotto nella precedente legislatura. Non mancano segnali di speranza; rispetto a dicembre è in “ripresa” il settore turistico, con un aumento degli avvii di lavoratori residenti; e si registra un buon momento per le attività produttive.


 Troppo generici, tuttavia, questi riferimenti, per le Opposizioni che auspicavano proposte concrete, di carattere politico, sulle quali ragionare. Ma se i Segretari fossero arrivati in Aula con un testo già pronto sarebbero stati subissati di critiche, ed accusati di “tirare dritto”, è stato obiettato dalle fila della Maggioranza. Un dibattito, insomma, che si preannuncia acceso. In giornata era anche attesa la ratifica del decreto sull'allentamento delle misure anti-Covid. Dopo i fatti di cronaca a Borgo e Città, erano stati infatti annunciati interventi. Ma è stato disposto il ritiro; e il Governo ha accusato parte dell'Opposizione di ostruzionismo. Su un articolo, infatti, è in corso un confronto con i Sindacati, ed era stato chiesto di posticipare di poco la discussione. Ma le forze di minoranza – accusa il Congresso - non hanno dato la loro disponibilità. A stretto giro la replica di Repubblica Futura, che ricorda come già una prima volta il Governo avesse “chiesto di posticipare la discussione” del decreto, chiedendo più tempo “per preparare i propri emendamenti” e confrontarsi con l'opposizione. RF sottolinea allora di aver votato “di buon grado” l'anticipo di un comma: reso possibile, si rimarca, grazie ai voti delle forze di minoranza. E poi una ulteriore richiesta di dilazione, con un nuovo voto, perché l'Esecutivo – si legge in una nota - “ancora non era in grado di presentare i propri emendamenti”. “La confusione e l'inadeguatezza – conclude RF – regnano sovrane”.


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