Sembra tramontare l’allargamento agli Upr della coalizione Dc, Psd e Ap

Agli organismi dei singoli partiti l’ultima parola. Intanto l’Upr smentisce chi afferma che, in vista delle elezioni, sarebbe pronta a sacrificare alcuni suoi componenti. "Chi vuole dipingerci come un manipolo di persone disposte a qualunque cosa pur di “esaudire” le richieste di alcuni partiti della coalizione composta da Psd, Ap e Dc, si sbaglia". Per la seconda volta in due giorni l’Upr ripete di non essere interessata agli strapuntini e soprattutto di non volere alleanze sulla testa degli Eps. Per il psd la proposta politica va aldilà del rafforzamento della coalizione. Il dialogo non è chiuso ma, dopo i veti incrociati, la strada si fa più difficile.
Il resto della coalizione punta il dito sugli Europopolari. Una parte dell’Upr, dice il segretario della dc, è uscita dal governo. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche e lavorare in tempi duri.
Per il capogruppo di Ap la prossima legislatura dovrà rilanciare l’economia del Paese. Fondamentale, dice, partire coesi.
L’Upr ricorda di sostenere da tempo la necessità di un governo di responsabilità nazionale per affrontare i problemi del Paese. Quando è arrivata la richiesta del Psd, sottolinea Pier Marino Mularoni, non potevamo sottrarci. Ma il partito non si tocca. Nel video le voci di Giuseppe Morganti ( Psd), Marco Gatti (Pdcs) Roberto Giorgetti ( Ap) e PierMarino Mularoni (Upr)

Sonia Tura

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