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Consiglio: Aula divisa sul decreto che norma la tecnologia blockchain. Tutti d'accordo sulle opportunità ma l'opposizione chiede una legge

20 mag 2019
Andrea Zafferani
Andrea Zafferani

L'Aula si concentra sul Decreto che istituisce Norme sulla tecnologia blockchain per le imprese, tema di difficile comprensione per i non addetti ai lavori anche se è piuttosto chiaro che si tratta di una vera e propria rivoluzione, che cambierà il nostro modo di vivere e pensare. “Offre possibilità in ambiti che noi oggi neanche immaginiamo” – spiega Andrea Zafferani. San Marino vuole arrivare prima degli altri, sfruttando la capacità di produrre norme in tempi rapidi. “Vogliamo essere fra i primi a giocarsi la partita in questo ambito”. Non sono state normate le cripto-valute – spiega il Segretario - “per ragioni di immagine e di prudenza”. “Abbiamo invece spinto sul fronte dei controlli antiriciclaggio”. “Il decreto - afferma Matteo Ciacci - mira a rilanciare l'economia del paese e promuovere il suo profilo altamente tecnologico”. “Crediamo che attraverso la normativa e il lavoro di San Marino Innovation, possa diventare un catalizzatore di aziende e offrire opportunità a livello di investimenti”.
Pasquale Valentini frena però gli entusiasmi. “San Marino – avverte – diventa così terreno di transazioni che qui possono trovare la loro base normativa. Cosa offriamo come controllo?” Ricorda che altri paesi hanno legato queste attività alle Banche Centrali mentre noi lo facciamo attraverso una struttura privata. Con quali garanzie? “Stiamo inventando – fa notare - molte agenzie fuori dagli ambiti istituzionali e fuori da ogni controllo”. Rete guarda con molto interesse a questa tecnologia altamente innovativa e “Il fatto che uno Stato sovrano delle nostre dimensioni percorra questa strada – dice Marianna Bucci - ci rende un laboratorio, un apripista”. Le critiche vanno al metodo. “Sbagliato – dice - intervenire su un tema così complesso con un decreto delegato autoreferenziale. Pericoloso, poi, procedere a compatimenti stagni e attraverso canali creati ex novo. Il progetto – avverte - rischia di diventare un boomerang”. “Non condividiamo lo strumento”, ribadisce Alessandro Mancini - “l'ennesimo decreto non approfondito che si inserisce in ambiti finanziari dove era opportuno coinvolgere presidi di sicurezza come vigilanza di Banca Centrale e Aif. Qui, al contrario, si introduce una nuova normativa attraverso una società di diritto privato. Entra quindi nel mirino San Marino Innovation, “comincia a farmi paura, tutto passa da lì”, dice il consigliere socialista, “un avamposto politico”, lo definisce Roberto Ciavatta. “Stabiliamo che San Marino Innovation bypassi le indicazioni di legge a tutela della trasparenza del sistema finanziario che hanno permesso al paese di uscire dalla black list. Qui rischiamo di fare 10 passi indietro”. Mette in guardia anche Marco Gatti: chi fa sanzioni, autorizza e controlla devono essere enti pubblici, non una società per azioni”.
Alessandro Bevitori plaude, invece, a San Marino Innovation, “riconosciuta fuori confine come all'avanguardia, che sta facendo ottima pubblicità al paese. Dovremmo essere tutti contenti che per una volta san marino faccia da apripista” mentre Margherita Amici rassicura: San Marino ha seguito tutte le raccomandazioni internazionali, Gafi in primis, che ha giudicato la regolamentazione del fenomeno come la scelta più opportuna dato che “consente di sviluppare nuove tecnologie mettendo paletti”. Per Jader Tosi occorre però uscire dalla paura di fare ogni cosa dicendo che la Pa è garanzia in quanto pubblica amministrazione. “La garanzia sono le leggi e la loro applicazione”. Dalibor Riccardi si associa al coro di chiede al Segretario di sospendere il decreto e di avviare l'iter per un progetto di legge specifico con i giusti approfondimenti per contrastare al massimo le infiltrazioni che potrebbero derivare. “La disciplina antiriciclaggio su cui Bankitalia lavora noi lo regolamentiamo in 12 righe. Non si può fare in un'ora e mezzo e con lei, Zafferani, che discute da solo con San Marino Innovation”. Il governo crede in questo progetto, afferma Marco Podeschi. Si tratta di un tema – spiega - che può attrarre risorse economiche in assoluta trasparenza. “Altrimenti potevamo fare come quelli che non normano. Con moderazione ed equilibrio si cercano di esplorare le ragionevoli possibilità di un settore la cui evoluzione in termini economici occorre seguire e monitorare con attenzione. Pierluigi Zanotti invita ad aprirsi al nuovo con fiducia in se stessi, senza guardare sempre al fantasma del malaffare. Poi, provoca l'Aula: “Per un'economia senza alcun rischio, neppure quello più remoto, bisognerebbe chiudere le frontiere e vivere solo di agricoltura e pastorizia. Non è con questo atteggiamento che aiutiamo il paese a crescere”. “Normare evita abusi” sottolinea Zafferani in replica. Riciclaggio ed evasione sono inoltre molto più mitigabili attraverso la tecnologia blockchain. L'adeguata verifica garantisce trasparenza e controllabilità per chi accede al sistema". Qualche polemica, poi, nei confronti di quei consiglieri di maggioranza che lavorano in San Marino Innovation. Poco opportuno – per Iro Belluzzi e Teodoro Lonfernini– che prendano la parola. Ancor meno che partecipino al voto. La questione al centro di un udp e poi di un confronto in maggioranza. Si attendono gli esiti. L'esame dell'articolato è stato interrotto e riprenderà nei prossimi giorni dato che domani, come noto, si apre il comma sul bilancio.



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