Il silenzio di Andreoli

Paride Andreoli continua a tacere. Il giorno dopo la nota in cui annuncia la scelta di dimettersi dal Consiglio per una serie di “strane” circostanze, l'ex capogruppo socialista non entra in alcun particolare di quella mail anonima che mesi fa gli avrebbe predetto fatti e circostanze che lo avrebbero toccato come uomo e come politico. “Nel più assoluto silenzio ho atteso gli eventi che non potevano essere ne conosciuti, ne previsti da alcuno, scrive Andreoli, ma ora che quei fatti si sono puntualmente verificati è necessaria e doverosa da parte mia una presa di posizione definitiva”. In Aula, si limita ad aggiungere, interverrò per spiegare le mie motivazioni e leggerò anche la mail. Il capogruppo Alessandro Mancini chiederà di incontrare la Reggenza appena i Capi di Stato rientreranno in Repubblica. Difficile pensare a una sessione straordinaria del Consiglio; più semplice anticipare di qualche giorno una convocazione dell'Aula che, a metà marzo, è sempre chiamata ad eleggere i prossimi Capitani Reggenti. Non anticipa nulla neppure Antonio Volpinari che, una volta uscito di scena Andreoli, dovrebbe riprendere il ruolo di consigliere che ha ricoperto per quasi 40 anni. Da 10 anni manco dall'Aula, ricorda Volpinari, e non accarezzo l'idea di tornare. Chiederò al mio partito, anticipa, se e come posso essere utile.

Sonia Tura

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