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Strappo in casa DC: 4 consiglieri disertano la riunione del gruppo consiliare

31 mag 2007
PDCS
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Una lettera, inviata ai vertici democristiani, per dire che non avrebbero partecipato alla riunione del gruppo consiliare, quella che avrebbe dovuto ricucire, o almeno tentare, lo strappo con i consiglieri Federico Bartoletti, Pier Marino Menicucci, Gian Marco Marcucci e Nicola Selva. Ma hanno disertato. Una decisione che si commenta da sé. Facile ipotizzare una loro uscita in disaccordo su una Costituente che chiedevano diventasse momento di confronto interno, non aggregazione di forze politiche anche estranee alla matrice democratico-cristiana. Così come le critiche nomina della direzione. Vero nodo politico. Nella quale invece di far prevalere l’unità uscita dal congresso, qualcuno ha preferito fare la conta, imponendo con una serie di artifici, un organismo l’esatto contrario di quello che richiedeva l’unità del partito. Infine la linea politica. Le accuse mosse ai vertici sono di un dialogo aperto solo a piccole forze, senza guardare a tuttotondo come richiede la nuova legge elettorale.
E i vertici del partito, in una conferenza stampa, hanno lamentato questa impossibilità di confronto con i 4 amici, dal momento che il documento scaturito accoglie in parte le loro richieste.
Il Segretario Pasquale Valentini ha illustrato quale sarà il punto di partenza: sulla costituente identifica nuove forme nel rapporto con i cittadini e chiede di dare forma a un nuovo progetto di aggregazione politica, stabilendo un percorso attraverso tappe intermedie.
“La riunione ha stabilito che bisogna fare basta con i personalismi – ha detto Gianfranco Ugolini – per fare prevalere la politica”. “Non è necessaria una rifondazione del partito – ha aggiunto Loris Francini – come chiesto dai 4 amici, anche se manteniamo aperto il dialogo con loro”.
Volendo potenziare l’attività della costituente, la riflessione sul partito e la nuova forma organizzativa, la Segreteria sarà affiancata da altre figure: uno sarà Claudio Podeschi, in vista del prossimo Consiglio centrale di giugno.
Sulla linea politica per un’area democratico – cristiana, punto di partenza sarà riallacciare un canale con i Democratici di centro, proseguire il dialogo con Nuovo partito socialista e Sammarinesi per la libertà, aprire il confronto con Alleanza popolare e quella parte del Psd che ha sempre guardato con favore alla collaborazione con la Dc.
Per superare il nodo della direzione la proposta è che l’organismo sia composto da membri non appartenenti al gruppo consiliare. Gli esponenti democristiani ammettono di essere arrivati mal preparati al famoso Consiglio centrale dal quale sono scaturiti poi i primi dissensi, mentre il presidente Lorenzo Lonfernini ha aggiunto che se si arrivasse ad una nuova fuoriuscita rimetterà il proprio mandato.

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