Sull'igr non mollano le opposizioni, nonostante l'approvazione in Commissione Finanze e auspicano che all'interno della maggioranza ci sia qualche ripensamento. Per Repubblica Futura, Domani Motus Liberi e Rete è un provvedimento iniquo e vergognoso. “Non c'è stato alcun reale confronto – sottolinea Fabio Righi di Dml – e nessun rispetto delle opposizioni e delle 10mila persone che per due volte sono scese in piazza, a distanza di pochi giorni, come mai era successo in precedenza. È un inaccettabile atteggiamento arrogante”. Righi evidenzia anche lo stato confusionale e la mancanza di credibilità di una maggioranza e di un Governo che, stando agli impegni presi, avrebbe dovuto presentare entro il 30 settembre un'agenda per la crescita di cui non c'è traccia. Emanuele Santi di Rete, lamentando l'assenza di qualsiasi dato o valutazione d'impatto, elenca nel dettaglio le ritenute iniquità a partire dalla stangata per i frontalieri, che dovranno pagare di più, ma anche per lavoratori dipendenti e pensionati, mentre i lavoratori autonomi pagheranno meno e potranno anche dichiarare la moto come bene strumentale.
Non solo: Santi parla di diminuzione delle sanzioni per i furbetti, azzeramento dei benefici per le nuove imprese, raddoppio della tassazione sul tfr, deleghe in bianco al Governo senza limiti, dopo aver dichiarato che le volevano eliminare. C'è poi il rischio – ha detto – che una parte degli 8.500 frontalieri torni a lavorare in Italia perché a San Marino non conviene più, con conseguenze gravissime per il tessuto produttivo. Non solo un rischio – secondo Sara Conti – che ha citato casi di operai specializzati frontalieri che già ora si stanno preparando a lasciare il Titano per un posto di lavoro oltreconfine. “In Consiglio Grande e Generale – dichiara Sara Conti di Repubblica Futura – ci spenderemo al massimo per dare battaglia perché ancora non è finita, fino a quando l'Igr non viene approvata in seconda lettura. Saremo in 16, d'opposizione, e se necessario interverremo tutti, su tutti gli articoli e su tutti gli emendamenti. L'appello che ribadiamo fin dall'inizio a maggioranza e governo è di ritirare il provvedimento di legge che ormai totalmente confuso e disorganico e di sederci ad un tavolo per capire quali sono le linee rosse di ciascuno andando a definire poi un progetto di legge sensato che non crei discriminazioni nel tessuto sociale”.