Tetto stipendi: fuori le consulenze, ma si parla di retroattività per i dipendenti pubblici

Le dimissioni di Capuano hanno riacceso l'attenzione sul tetto degli stipendi.
Non è passato inosservato il comunicato di Repubblica Futura sugli effetti del referendum: difficoltà di competere con altre realtà, funzioni apicali con le stesse retribuzioni di chi ha inquadramenti più bassi, disparità, impoverimento delle professionalità e della qualità delle prestazioni. Elementi che incidono su Banche, tribunale e ospedale.
Per Rf sarebbe un atto di responsabilità predisporre interventi legislativi per ovviare ai gravi inconvenienti palesati. Ne è consapevole tutta la maggioranza.
Ad aver sollevato la questione in Consiglio il coordinatore di Civico 10 Luca Boschi che ha rimarcato la necessità di un confronto fra forze politiche e sociali per trovare soluzioni condivise.
Rimane ben saldo l'obiettivo del contenimento della spesa nella pa, l'eliminazione di storture e favoritismi. Al contempo, però, emerge la necessità per il paese – spiega Boschi - di avvalersi di professionalità elevate.
Invita quindi a pensare ad un modello che contingenti le spese dei singoli enti, con la possibilità di avvalersi di figure di grande competenza.
Lo stesso Segretario Renzi, durante il dibattito sulle dimissioni di Capuano, ha ribadito che certe professionalità vanno pagate, così come il collega alle Finanze Celli ha messo in evidenza l'anomalia di un direttore di Bcsm che percepisce meno della metà del proprio vice.
La soluzione ad una parte del problema potrebbe già arrivare in finanziaria, sotto forma di emendamento.
Si vorrebbe affrontare la questione attraverso l'interpretazione autentica dell'articolo di legge. Quindi, con efficacia retroattiva. L'intenzione è quella di applicare il tetto degli stipendi solo ai dipendenti statali e del settore pubblico allargato, comprese le controllate, escludendo invece le consulenze.
L'intervento potrebbe essere applicato a tutti i contratti, anche a quelli stipulati prima del referendum. Una decina le posizioni che superano i 100.000 euro.
Retroattività - spiegano fonti della maggioranza - non significa che chi ha retribuzioni oltre la soglia debba restituire quanto percepito, ma potrebbe vedere il proprio stipendio ritoccato al ribasso, entro la cifra decisa dal referendum.
Togliere invece il tetto alle consulenze permetterà a San Marino di puntare alle eccellenze, soprattutto in ambito sanitario in cui il limite retributivo rappresenta, per Rf , uno dei motivi alla base della grande difficoltà di assumere medici qualificati.

MF

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