Valentini alla 69° sessione dell’Assemblea Generale ONU: l' intervento integrale del Segretario

Valentini alla 69° sessione dell’Assemblea Generale ONU: l' intervento integrale del Segretario.
Signor Presidente, Signor Segretario Generale, Eccellenze, Signore e Signori,

a nome del Governo della Repubblica di San Marino desidero congratularmi con S.E. Sam Kahamba Kutesa per la sua nomina alla Presidenza della 69a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed augurargli buon lavoro. La delegazione di San Marino Le garantirà, Signor Presidente, la massima collaborazione nel corso di tutti i lavori dell’Assemblea Generale.
Vorrei altresì esprimere la riconoscenza del mio Paese al Presidente uscente dell’Assemblea Generale, S.E. John W. Ashe, per il lavoro svolto durante la 68a Sessione.
Il mio Paese desidera altresì rivolgere un ringraziamento speciale al Segretario Generale, S.E. Ban Ki-moon, per l’energia e la determinazione alla guida delle Nazioni Unite, per la sensibilità dimostrata nei confronti di tutti i Paesi Membri, senza distinzioni.
In particolare desidero sottolineare l’importanza del Vertice sui Cambiamenti Climatici organizzato dal Segretario Generale il 23 settembre scorso a New York, con il quale è stata data ai Capi di Stato e di Governo l’opportunità di dimostrare la loro volontà politica per un accordo globale riguardo a questa tematica.
La Repubblica di San Marino ha dato il proprio contributo ai lavori con la partecipazione dei Capi di Stato, a sottolinearne l’importanza e riconoscendo un legame indissolubile fra queste problematiche e quelle dello sviluppo sostenibile.
Gli effetti, spesso drammatici, dei cambiamenti climatici rappresentano una delle più gravi minacce per il futuro stesso dell’umanità e una sfida che tutti gli Stati, nel quadro di un’azione comune coordinata dalle Nazioni Unite, sono chiamati ad affrontare con impegno e determinazione. Alle prossime generazioni dovremo rispondere di come siamo stati capaci di realizzare gli obiettivi della salvaguardia ambientale, del risparmio energetico, della produzione di energia da fonti rinnovabili.
I cambiamenti climatici sono una delle concause di molti dei disastri naturali che si sono abbattuti sul nostro Pianeta anche in questo ultimo anno. Alle gravissime emergenze umanitarie che si sono ripetute numerose e che manifestano un’evidente interdipendenza delle minacce globali che oggi assillano l'umanità, dobbiamo rispondere con efficacia.
Una risposta forte, rapida e coordinata a livello internazionale, oggi, è richiesta per fronteggiare la gravissima epidemia di ebola che si è sviluppata in alcuni Stati dell’Africa Occidentale e che rappresenta ormai una minaccia su scala globale. I paesi più colpiti non devono essere né lasciati soli, né isolati, ma sostenuti e aiutati. San Marino ha voluto essere fra i cosponsor della recente risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza, che evidenzia la necessità di un’immediata mobilitazione della comunità internazionale.
Signor Presidente, profondamente toccati dalle criticità che la situazione internazionale manifesta e, nello stesso tempo, sollecitati dal tema scelto per questa Sessione, “Lancio e messa in opera di un’Agenda di rinnovamento per lo sviluppo post-2015”, mentre conveniamo sulla necessità di un rinnovato impegno per liberare il mondo dalla povertà estrema, dall’ineguaglianza e dalla fame, non possiamo non constatare che la piena realizzazione di tali obiettivi risulta gravemente compromessa quando non sono garantite la pace e la sicurezza che nascono dal rispetto della pari dignità di tutti gli esseri umani.
Proprio nel corso di quest’ultimo anno siamo stati purtroppo testimoni di troppi eventi che costituiscono una gravissima minaccia per la pace, la sicurezza e il rispetto dei diritti umani: è impossibile pertanto non registrare la percezione diffusa di un indebolimento della capacità delle Nazioni Unite di intervenire e della conseguente messa in discussione della missione che all’ONU deve far capo.
Ripercorriamo questi eventi.
Continua dal marzo 2011 il conflitto in Siria, che ha causato già più di 200.000 morti, centinaia di migliaia di feriti e costretto milioni di persone ad abbandonare le proprie case e i propri paesi per sfuggire a una guerra che mostra forme di crudeltà e ferocia senza limiti.
La Repubblica di San Marino ha condannato e condanna fermamente le violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali commesse in Siria da tutte le parti in conflitto, senza distinzione alcuna.
Ha avuto una recente recrudescenza il conflitto israelo-palestinese, che nell’ultimo periodo ha provocato la morte di più di un migliaio di civili fra i quali moltissime donne e bambini, in prevalenza Palestinesi, compresi quelli che avevano trovato rifugio nelle scuole delle Nazioni Unite.
Il Governo e il Parlamento sammarinesi hanno rivolto appelli a entrambe le parti, affinché tacciano la armi e prevalga la volontà di dialogo, nella consapevolezza che è il dialogo l’unica via da percorrere per giungere alla pacifica convivenza dei due popoli.
Gravissima è la situazione in Iraq, dove è in corso una pulizia etnica e religiosa portata avanti con una violenza inaudita: in nome della religione, vengono compiute sistematiche e massicce violazioni dei diritti umani, solo parzialmente documentate e documentabili, che costituiscono aberranti crimini contro l’umanità. Una coalizione di Stati sta reagendo unitariamente: da parte sammarinese si esprime l’auspicio che gli interventi vengano coordinati sotto l’egida delle Nazioni Unite.
In particolare, la Repubblica di San Marino ha accolto con soddisfazione e co-sponsorizzato la risoluzione contro il reclutamento e il flusso dei combattenti terroristi stranieri, adottata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza il 24 settembre, sotto la guida del Presidente americano Barack Obama. La guerra che si combatte in alcune parti del Nord Africa sta provocando la migrazione disperata di migliaia di persone che ogni giorno partono verso l’Europa nella speranza di un approdo sicuro, una migrazione che spesso, purtroppo, si trasforma in tragedia.
Quella che continua senza sosta a consumarsi nel Mediterraneo è una strage di migranti, provenienti da tante aree dell’Africa e dell’Asia; i dati forniti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, tutta la tragicità della situazione, ma anche la necessità di un’azione europea maggiormente condivisa per farvi fronte.
A tutto questo si è aggiunta nel corso dell’anno la crisi in Ucraina, che rappresenta una grave minaccia per la pace e la sicurezza in tutto il continente Europeo, non solo per il numero elevato di vittime, ma anche per il fatto che vengono rimessi in discussione principi fondamentali come quelli della sovranità territoriale e dell’autodeterminazione dei popoli.
Sono questi eventi che reclamano con forza la presenza delle Nazioni Unite, che gridano l’urgenza di una nuova responsabilità di tutta la Comunità internazionale affinché si restituisca all’ONU la capacità d’intervenire per proteggere i cittadini del mondo attraverso la risoluzione pacifica delle dispute fra gli Stati, così come è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e da numerose risoluzioni dell’Assemblea Generale.
Sono questi eventi che chiedono alla nostra Organizzazione di veder riaffermata la sua natura profondamente democratica, affinché ogni Stato, grande o piccolo, possa far sentire la propria voce e contribuire ai lavori e alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Sono questi eventi che chiedono che la diversità culturale, religiosa, la molteplicità delle tradizioni rappresentate in seno alla nostra Organizzazione, non costituiscano un ostacolo alla ricerca di possibili soluzioni, ma, al contrario, rappresentino una preziosa risorsa che renda possibile un approccio in grado di armonizzare gli interessi di tutta la Comunità internazionale.
Abbiamo il dovere e la responsabilità di operare instancabilmente per la definizione e la realizzazione dell'Agenda per lo Sviluppo post-2015; tuttavia, di fronte alla gravità di questo scenario internazionale, un semplice richiamo non basta.
Al contrario: proprio perché ciò che ha ostacolato il pieno raggiungimento degli obiettivi del Millennio, così come è espresso anche nel rapporto, è stato spesso il non aver integrato gli aspetti economici con quelli sociali ed ambientali, siamo convinti che sia necessario un nuovo slancio, un nuovo inizio in grado di recuperare i fattori che possono far crescere all’interno delle nostre comunità e dei nostri popoli la cultura della vita, della tolleranza, dell’accoglienza e della solidarietà. E il primo fattore di questa costruzione di una cultura dell’inclusione è la famiglia.
E’ dal riconoscimento di questa urgenza che deve scaturire un impegno comune ad una rinnovata considerazione che tutti gli Stati dovrebbero portare alla tutela e al sostegno della famiglia, potendo facilmente constatare che è questo il luogo generativo e formativo delle principali relazioni che regolano la convivenza umana e proprio per questo l’indebolimento e la marginalizzazione della famiglia sono spesso la causa di tanto smarrimento esistenziale nelle giovani generazioni e di tutte le innumerevoli e gravi conseguenze personali e sociali che ciò comporta.
Signor Presidente, con questo spirito e con estrema determinazione, ogni Stato deve sentire la responsabilità di non lasciare nulla di intentato perché questa somma di conflitti, che il Papa Francesco ha definito “Terza guerra mondiale”, non abbia il sopravvento e vanifichi dunque il piano di uno sviluppo equilibrato per il terzo millennio, così come l’Agenda dovrebbe definire. San Marino è un piccolo Stato che ha considerato sempre nella sua storia secolare la libertà e la pace come beni supremi da conservare e da proteggere e in forza di questa sua identità è onorato e orgoglioso di portare il suo contributo nella Comunità delle Nazioni Unite. E’ questo appello che oggi con umiltà ma con decisione, ci sentiamo di lanciare: non trascuriamo di fare ogni sforzo per ridare alle Nazioni Unite la forza e l’autorevolezza per essere quel punto di riferimento di cui oggi c’è estremo bisogno.

Grazie

Comunicato stampa Dipartimento Affari Esteri

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