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Vigilanza: si cambia

8 ott 2009
Sono presenti 9 istituti di vigilanza e investigazione dei 13 esistenti. “Alcuni non siamo riusciti a raggiungerli” ammettono dalla Segreteria Industria. Segno della necessità di fare luce. Ora si volta pagina. Il Segretario Arzilli presenta il Decreto legge che approderà già nel prossimo Consiglio e segna una demarcazione netta tra vigilanza e investigazione privata. Chi opererà nell’una non potrà farlo nell’altra. Saranno istituiti due distinti registri: per guardie giurate e investigatori. Per accedervi occorrerà essere in possesso dei requisiti richiesti, fare un corso e superare un esame. E qui entra in gioco il controllo della Gendarmeria. Chi non è iscritto non potrà lavorare, così per la società. L’iscrizione durerà un anno e il rinnovo e legato a una nuova richiesta. Il colonnello Achille Zechini spiega che non si tratta di una norma punitiva, ma di garanzia per gli stessi istituti. “Teniamo alla qualità di chi lavora – dice – per questo gli istituti di vigilanza non potranno avere meno di 10 guardie giurate”. La legge pone inoltre tutta una serie di incompatibilità.
Diverse le obiezioni portate dai diretti interessati al tavolo di Palazzo Mercuri, tutte osservazioni che la segreteria si impegna a raccogliere, ma l’indirizzo politico non si discute. “Abbiamo tolto la liberalizzazione delle licenze in questo settore e non intendiamo concederne di nuove – precisa Arzilli – soprattutto non accettiamo fiduciarie dietro le società”. E’ la prima piccola rivoluzione, ne seguiranno altre promette il Segretario all’Industria.

Giovanna Bartolucci

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