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Consiglio: Torna il sereno sulle Telecomunicazioni. Nominata l'Authority

15 nov 2018
Consiglio Grande e Generale
Consiglio Grande e Generale
Si parla di telecomunicazioni, con la nomina dell'Autorità ICT e la ratifica del Decreto Delegato che costituisce la società “Public NetCo”, 100% pubblica. Il segretario Andrea Zafferani incassa non solo il plauso della maggioranza ma anche dell'opposizione che lo ringrazia per metodo e disponibilità. Il clima è collaborativo, “si abbattono le barriere – dice la minoranza - quando si parla di crescita e sviluppo”. Il Segretario si dice soddisfatto del lavoro fatto. “Sarebbe importante – dice - che l'autorità partisse con il massimo consenso dell'aula”.
Il sistema che regolamenta il settore si basa su una legge dell'88. “Si dettagliano ampie funzioni su modelli già sperimentati. Ci siamo ispirati – spiega Zafferani- a ciò che avviene in Italia adattandolo alle nostre esigenze”. L'autorità avrà funzioni di regolamento e controllo.
La società Public NetCo, parte dell'AASS che sarà proprietà della Rete e la gestirà, si interfaccerà con gli operatori. “Non abbiamo voluto privati – precisa Zafferani – perché vogliamo che tutti gli utili vadano in capo all'Azienda.
L'infrastruttura quindi sarà di proprietà pubblica. “Non solo rete fissa ma anche mobile, novità degli ultimi mesi”. Prima però di partire col progetto occorrerà avere un pre-contratto scritto con almeno un operatore che garantisca a fronte dell'investimento un ritorno economico su un orizzonte pluriennale “per non spendere soldi senza un guadagno certo”. Ed è proprio la sostenibilità dell'operazione a preoccupare, non solo la minoranza ma anche Repubblica Futura. Il business plan richiesto dal memorandum con zte prevede un costo di 90 milioni su 25 anni a fronte di ricavi stimati in 135 milioni. Zafferani precisa che si tratta di proiezioni, “ non è la bibbia”, i costi immediati sono più bassi: circa 7 milioni per la rete mobile e altri 3 milioni per la gestione. Gli investimenti per la fibra ottica sono invece già stati pianificati da AASS e accantonati. Il piano Polab sarà rivisto perché essendo AASS della partita si sta pensando di usare sue strutture per l'ubicazione dei siti. Il ruolo zte non è cambiato. È il partner tecnologico.

L'Aula concorda: il progetto è strategico, avrà ricadute positive, “costituisce un volano per altri ambiti, a partire da quello turistico”, afferma Alessandro Bevitori. “È un mercato in cui vale la pena investire” mentre Matteo Ciacci ricorda che “Civico 10 da sempre si batte per costituire un organo che regolamenti le telecomunicazioni. E che l'infrastruttura sia in mano allo stato “è un concetto preciso su cui fondiamo tutto il lavoro”. Iro Belluzzi ricorda che il Psd ha sempre sostenuto l'impostazione di una rete unica ma nella passata legislatura – dice - c'erano frizioni con Ap che sponsorizzava il piano polab”. Per Alessandro Mancini l'autonomia nelle tlc, come quella energetica, è valore aggiunto per la sovranità e l'indipendenza del paese e alla luce dei nuovi impegni dell'Azienda “a maggior ragione è importante che rimanga pubblica, come chiede il referendum”. L'attenzione va alle cifre del business plan. Le perplessità riguardano i 90 milioni di investimento. “Lo Stato – afferma Dalibor Riccardi - deve essere il primo ad investire su se stesso ma deve basarsi su un ritorno certo, soprattutto in un momento difficile come questo”. “Zafferani si è approcciato a questo tema con una tranquillità spero non superficiale - commenta Francesco Mussoni - vogliamo studiare bene il progetto per vedere se i conti tornano", e sorride nel mettere a confronto la calma del dibattito con quelli su banche e tagli. Davide Forcellini chiede un approccio tecnico, “serve un' analisi dei costi e benefici”. Drizza le antenne anche Rf con Pierluigi Zanotti che invita alla massima attenzione sui costi della NetCo, anticipando l'emendamento della maggioranza per un aggiornamento annuale della Società al Consiglio. “Gli investimenti devono seguire la sostenibilità economica”, ribadisce Lorenzo Lonfernini, che raccomanda a chi dovrà gestirli un continuo controllo “affinché i costi non lievitino e ci sia il ritorno che ci aspettiamo”. D'altro canto c'è chi, come Giuseppe Morganti che ricorda che “non si parla di spese, ma di investimenti”.
“È un investimento a lungo termine – spiega Zafferani. L'orizzonte temporale è lungo sia per i costi che per i ricavi. O è troppo lungo e ragioniamo sui dati certi oppure ne teniamo conto e facciamo le analisi alla luce delle conoscenze che abbiamo oggi e da lì partiamo con le analisi”.
Il decreto viene ratificato. Tutto liscio anche per la nomina dell'Autority. L'opposizione propone Stefano Mele nella carica di presidente.
La maggioranza Gianni Orlandi e Daniele Cutolo.

MF

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