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Consiglio: al via la lunga maratona sul bilancio

12 dic 2018
Eva Guidi
Eva Guidi
Il comma sul bilancio apre in anticipo sulla tabella di marcia. Corre infatti via veloce, con i suoi 129 articoli, la legge sulla protezione dei dati personali. Maggioranza e Segretario agli Interni esprimono soddisfazione per l'approvazione “in tempi celeri inaspettati”. Trova poi tutti d'accordo il decreto sul Fondo Straordinario di tutela dalle frodi finanziarie. Prevede un intervento dello Stato a supporto delle persone che abbiano subito frodi o truffe da parte di soggetti autorizzati, a condizione che vi sia una condanna passata in giudicato.

Le somme sono gestite da Banca Centrale con autonomia patrimoniale, attraverso modalità che saranno previste da apposito regolamento. Il fondo sarà alimentato da confische e sequestri nonché da una percentuale delle entrate dello Stato. Per qualcuno si poteva agire prima, ma il plauso va ad un provvedimento che rafforza la fiducia nel sistema bancario. L'attenzione si sposta quindi sulla Finanziaria a due giorni dallo sciopero generale mentre in Aula risuona ancora l'invito del Segretario Eva Guidi a fare sistema.

Ribadisce l'importanza di un bilancio il più possibile in pareggio. L'analisi parte da lontano, da una crisi iniziata 10 anni fa e che ha lasciato sul campo 30 punti di pil, “non unico faro ma parametro a cui fare riferimento nelle valutazioni”. Rileva i tanti i contributi arrivati da organizzazioni sociali e datoriali, siamo in ritardo – dice - anche nella gestione degli npl. Richiama al concetto di fiducia, è da lì che occorre ripartire. Tutti devono fare la loro parte. Punta quindi i riflettori sul potenziamento dell'attività di controllo e accertamento dell'ufficio tributario. “Rifiuto – dice la Guidi - che vengano etichettati come evasori certe categorie, ma è fondamentale che lo Stato si faccia carico con gli uffici preposti di tutti i redditi sfuggiti alle contribuzioni”. A tal proposito c'è un articolo che prevede l'utilizzo più razionale delle banche dati. Sui tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici, il Segretario alle Finanze si rammarica non sia stata trovata una soluzione con la Csu ma fa presente che lo Stato ha deciso “anche in rispetto delle parti sociali e del valore della contrattazione, di fare un passo indietro, anzi, in avanti verso i sindacati, dandosi del tempo e aprendo il tavolo della contrattazione collettiva”.

Michele Muratori si concentra sul clima di lotta sociale, “basato sulla crescente ostilità fra categorie che rischia di sfociare in continue barricate a tutela dello status quo”.
Non si vuole salvaguardare la totalità degli interessi – dice - ma arroccarsi dietro ai propri.
Non condivide la posizione sindacale, parla di contrapposizione sistemica. “Lo sciopero generale poteva essere evitato – afferma - considerato che molte delle motivazioni che lo hanno indotto sono state in parte recepite e rimandate al tavolo della contrattazione”. Ricorda che il bilancio previsionale non toccherà sanità e istruzione, “non si vuole renderli a pagamento”. Ciò che più lo rammarica è l'arroccamento su propri diritti acquisiti nonostante le difficoltà nel reperimento delle risorse. Alessandro Cardelli attacca il Governo per l'assenza di idee e progettualità, “non sono stati toccati temi veri su cui si chiedono risposte”. L'obiettivo del pareggio di bilancio “è facile – dice - se si prendono risorse che andrebbero trasferite al fondo pensioni”. Il problema vero, per la Dc, è aumentare il gettito, e punta il dito contro l'assenza di investimenti pubblici.
“Mancano grosse opere che porteranno gettito allo stato”. Definisce infine folle l'emendamento che chiede al governo di formulare un nuovo decreto per deroghe al segretario agli esteri. “Si parla – chiede - di compravendita di qualche titolo?” Per Simone Celli “impossibile un bilancio previsionale migliore”. Parla di un'economia che continua a crescere, che smentisce – dice – le posizioni catastrofiste di opposizioni e parti sociali. Guarda al futuro con ottimismo: “il paese non si trova in mezzo alla catastrofe, l'economia sta reagendo. I dati macroeconomici lo certificano”. Non manca però un'autocritica: “governo e maggioranza sono colpevolmente in ritardo sulle riforme. Pensioni, regime sul valore aggiunto, contrasto all'evasione fiscale e contenimento della spesa pubblica non sono più rinviabili”. All'accusa che manchino risorse per lo sviluppo, ricorda che l'aumento dello stanziamento per istruzione e sanità è la più significativa forma di investimento che un'amministrazione possa effettuare. Così come l'aumento delle risorse del credito agevolato, in modo da consentire alle aziende storiche di ampliare la propria attività.

Davide Forcellini si dice rassegnato. “Il paese ha perso. Negli articoli solo tagli – commenta - e nessun investimento che ci dia la speranza di ripartire”. Si dice frustrato per non essere riusciti a fare capire alla maggioranza quando e dove stava sbagliando. Il dovere della politica è quello di gettare le basi per un'economia sostenibile in modo si crei un eccedente all'anno. Forcellini invita a cambiare metodo: ogni provvedimento della finanziaria dovrebbe tendere a rendere il sistema più produttivo e non semplicemente a chiudere buchi e perdite.
Anche per Pierluigi Zanotti come per il collega Celli il paese non è sull'orlo del baratro. “Stiamo risalendo”, ma serve tempo per vedere gli effetti di quanto si sta facendo. Anche lui chiede al Governo maggiore decisione e velocità e un atteggiamento costante di ascolto e rispetto verso tutti gli attori sociali. Sul pareggio di bilancio, “senza finanze pubbliche solide e stabili – avverte – è impossibile tutelare diritti ed equità. A chi grida allo scandalo sulle pensioni parlando di diritti acquisiti: “ è dovere di tutti non vivere dimenticando la solidarietà intergenerazionale”. Riguardo alle tasse, nessuno nega l'effetto restrittivo sull'economia ma sono gli stessi soldi – ricorda - che tornano nelle tasche in termini di servizi di cui tutti beneficiano”.

In questa legge – attacca Denise Bronzetti - non c'è alcuna risorsa destinata al rilancio economico. Il tanto decantato equilibrio di bilancio – termine che tiene gli animi tranquilli – è un bel sogno con un debito di 888 milioni. Non c'è inoltre nessun intervento per il ripristino delle riserve di liquidità.
Nel mirino anche la scelta di mettere 19 milioni in meno nel fondo pensioni.
Per Iro Belluzzi manca una visione prospettica, la legge "è preparatoria alla richiesta di prestito estero". Punta poi il dito contro ex colleghi di partito, usciti dal Psd e ora in maggioranza che inneggiavano alla decrescita felice, che quando suonava il campanello d'allarme sugli npl e si parlava di apertura immobiliare festeggiavano alla decrescita del valore degli immobili.
“Hanno centrato pienamente l'obiettivo – commenta con rammarico - ma non è quello che la maggioranza dei cittadini avrebbero voluto”.
Anche Tony Margiotta, come Iro Belluzzi, crede che le intenzioni di maggioranza e governo siano preparare la via verso l'indebitamento estero. Parla di un bilancio che crea sfiducia ed impoverimento della cittadinanza, di intervento iniquo sulle pensioni. Per assurdo – fa notare – quelle alte sono meno tassate”. “Non posso accettare – conclude - che si decida di intervenire con tagli a lavoratori e pensionati senza un coinvolgimento vero di tutti gli attori in causa. “Siamo consapevoli del disagio e del contrasto nel rapporto con il sindacato – afferma Guerrino Zanotti - “diamo valore e peso alle sue decisioni tanto che ci siamo presi l'impegno di trovare tutte le soluzioni necessarie al tavolo per il rinnovo del contratto di lavoro. Non deve essere letto come una provocazione, l'intento del governo è aprire il dialogo con organizzazioni sindacali. A quel tavolo giochiamo a carte scoperte, l'obiettivo è dichiarato: il contenimento della spesa corrente.

MF

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