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Diciamolo in Italiano

Per favore non in inglese

di Stefano Coveri
22 nov 2019
Diciamolo in Italiano

In Italiano, per favore, così ci capiamo subito e meglio...

Quante volte lo abbiamo pensato..almeno io, un sacco di volte. In effetti, ci sono cose che si possono dire tranquillamente in Italiano. Si stanno usando una quantità incredibile di termini inglesi e spesso lo facciamo senza accorgercene.

Eppure l’italiano è una lingua che non avrebbe bisogno di appoggiarsi a nessun’altra da quanto è ricca? La lingua del Paese più bello del mondo....e poi, è la nostra..cavolo. E la cosa più curiosa è che quasi sempre chi usa termini inglesi nei suoi discorsi, poi l’inglese non lo sa parlare.

Per esempio, ‘fa figo’ ammantare di nobiltà straniera qualunque commercio, coprendolo con la parola ‘marketing’, che altro non significa se non trasformare in un mercato qualunque cosa. Gli italiani, padroni indiscussi del mondo della moda, parlano non di moda ma di ‘fashion’. Se poi guardiamo i ragazzi – e meno ragazzi –  non si capisce più in che lingua stiano parlando: parlano di ‘prank’ quando potrebbero benissimo dire ‘scherzo’, parlano di ‘challenge’ invece che di ‘sfida’, usano ‘quote’ invece che ‘citare’. ecc.

Sono usciti anche diversi libri che parlano di questo fenomeno, perché è di questo che parliamo..di un fenomeno, che se continua, contribuirà a far sparire la nostra lingua...Ok alle contaminazioni, ma senza esagerare.

Vorrei sottoporvi un elenco di parole che potremmo sicuramente usare in Italiano, che sono fighe , comunque.

All inclusive: tutto compreso  

Audience: pubblico

Background: sfondo

Backstage: dietro le quinte

Badge: tesserino

Boss: capo

Brand: marca

Break: pausa

Business: affari

Cash: contanti

Coach: allenatore

Concept: idea

Community: comunità

Cool: figo

Copyright: diritto d’autore

Deadline: scadenza

Display: schermo

Fashion: moda

Flop: fiasco

Food: cibo

Freelance: libero professionista

Gossip: pettegolezzo

Happy end: lieto fine

Hotel: albergo

Look: aspetto

Mail: posta

Make up: trucco

Manager: dirigente

Match: partita

Meeting: incontro

Mission: missione

News: notizie

Okay: va bene

Part time: orario ridotto

Partner: compagno/a

Party: festa

Relax: rilassarsi

Trend: tendenza

Show: spettacolo

Sexy: sensuale

Staff: personale

Startup: nuova impresa

Team: squadra

Ticket: biglietto

Trash: spazzatura

Weekend: fine settimana (che poi molti dicono ‘ci vediamo nel week’)

Workout: allenamento

Workshop: seminario

e tante altre, per non parlare poi del linguaggio  dei più giovani...sicuramente fantasioso, molte volte  incomprensibile.

Muovendo dal fortunatissimo "postare" (pubblicare qualcosa online, derivato dall'inglese "to post", mettere nella posta, imbucare) e ormai entrato nell'uso comune -

da "beccarsi" (incontrarsi) a "bordello" (confusione), da "clannare" (far entrare qualcuno in un clan, in un gruppo) a "svalvolare" (uscire di senno), da "ciorro" (persona di brutto aspetto) a "ciospa" (sigaretta) a "scialla" (tranquillo).

E poi varie locuzioni, come "essere fuori come un balcone" (essere fuori di testa) o "ma che ne sanno i 2000" (per indicare l'ignoranza dei nati nel 21/o secolo). E, infine, alcuni acronimi: "da Omw (sto arrivando: "Omw, aspetta 3 secondi") a W8 (aspettare: "W8, vado al bagno").

Molto amati anche i suffissi -oso e -ata: da "palloso" (noioso) a "morbidoso" (delicato), da "gufata" (frase che porta sfortuna) a "cinesata" (oggetto di scarsa qualità). -

Anche le forme dialettali sono molto frequenti e variano da territorio a territorio: dai romaneschi "piottare" (correre a cento all'ora, derivato da 'piotta', moneta da cento lire) e "mortazza" (mortadella), al nordico "burdél" (chiasso), al napoletano "frisco" (per indicare un giovane vigoroso), ai toscani "bischero" (sciocco) e "boscare" (mancare un appuntamento).

"Drinkare" per tornare agli inglesismi) "lovvare (per amare, da "to love"), googlare (per 'fare una ricerca su Google')

Poi ci sono gerghi che puntano alla brevità, usati dai giovanissimi....non sto ad elencarli...sono davvero tanti.

A dire il vero anche gli esperti "dell'Accademia della Crusca", affermano che un'evoluzione linguistica sia del tutto normale, fa parte del procedere dei tempi, ha una funzione tribale, serve a riconoscersi, Con la loro velocità, i linguaggi giovanili rappresentano una formidabile fucina di idee linguistiche, alcune assolutamente transitorie, altre destinate a rimanere".

Tuttavia bisognerebbe fare maggiore attenzione a non perdere l'uso della nostra elegante e raffinata lingua, difficile, vero, ma sempre pur la nostra.



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