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Esasperati dalla consolle del figlio...ingaggiano un pro player

Idea originale dei genitori che puntano sul crollo dell'autostima del giovane videopatico

di Mirco Zani
17 gen 2023
Esasperati dalla consolle del figlio...ingaggiano un pro player

I videogiochi è cosa nota, sono croce e delizia di grandi e piccoli, ma se usati con moderazione non destano nessun tipo di preoccupzione. Quando si supera la soglia di attenzione, soprattutto i più giovani tendono a farlo, si precipita in un gorgo che porta a ignorare la propria vita reale, gli amici, la scuola e persino la famiglia.

Riportarli in carreggiata non sempre è una cosa semplice, anzi può diventare una vera e propria sfida, per i loro genitori. Minacce, castighi e privazioni quasi mai danno gli effetti desiderati, per questo alcuni ricorrono a misure disperate. In Cina, alcuni di essi hanno avuto una pensata davvero originale, ricorrere all'aiuto di giocatori esperti per battere...umiliare sarebbe il termine usato, i loro figli nei videogiochi che preferiscono con lo scopo di convincerli a smettere. Uno di questi pro player, ha recentemente rivelato di essere stato pagato con un compenso di 50 yuan circa 7,2 dollari all'ora per sfidare il figlio nel suo videogioco preferito e minare completamente la sua autostima. Infine "stracciandolo" letteralmente così da fargli mettere in dubbio le sue reali capacità.

Missione compiuta alla fine. Sfida basata su cinque giochi per un totale di cinque ore. Prendendo tempo nella prima partita,con lo scopo di stancare l'avversario, per poi schiacciarlo nelle quattro sfide successive come richiesto dalla famiglia. Le partite così sbilanciate hanno sortito l'effetto voluto tanto che il ragazzo non ha più voluto saperne di giocare. La fiducia nelle sue capacità di giocatore è stata demolita e i genitori sono riusciti infine a convincerlo a concentrarsi maggiormente sugli studi e gli amici. dal canto suo il pro player ha dichiarato di sentirsi orgoglioso di averli aiutati a recuperare il propri figlio dalla dipendenza da gaming. 


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