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Firenze e le sue "buchette del vino"

A Firenze torna in vita una delle tradizioni più curiose della città.

di Mirco Zani
6 lug 2019
Firenze e le sue "buchette del vino"

A Firenze dopo secoli ha riaperto una “buchetta del vino" e forse non sono in molti quelli che sanno esattamente cosa siano e dove si trovino nella splendida città d'arte toscana. In tanti palazzi signorili di Firenze si aprono a circa un metro dal suolo delle minuscole porticine, molti potrebbero pensare che è l'entrata secondaria per "gnomi" o meglio per "fate", ma nulla di più lontano dalla realtà, erano piccoli pertugi dai quali si scambiavano soldi con vino. Purtroppo ai giorni nostri  in molti palazzi sono sempre chiuse e in alcuni addirittura murati.

Molte addirittura inghiottite dalle ristrutturazioni delle mura esterne dell'edificio, capita ancora però di vederle fare capolino in alcuni androni dei palazzi o nei locali di quelli che oggi sono negozi. Ma a che servivano queste porticine a mezza altezza? Ebbene, la risposta è più sorprendente di quanto non si possa pensare. In queste aperture si rivelava una mirabile tradizione fiorentina. Queste erano le cosiddette Buchette del vino. Dette anche tabernacoli, finestrini o finestrelle (sempre “del vino”), presenti ai lati del portone dei palazzi delle grandi famiglie fin dal 500, erano preposte allo scambio di vino, bicchiere o fiaschetta, con un gruzzoletto di monete sonanti.

Considerato che ogni famiglia abbastanza ricca da avere delle tenute non lontano dalla città, attraverso questi miracolosi anfratti smerciava il vino ai viandanti...E si beveva fin dalla mattina. Inoltre le buchette erano pensate per tutti, soprattutto per i più poveri, ma non solo vino, capitava infatti che da queste aperture venissero offerte anche eccedenze alimentari. Al giorno d’oggi se ne contano ancora 170, di cui 145 nel centro storico

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E come è normale a ogni buchetta corrispondeva uno stile anche architettonico e un gusto, perché di fatto ogni finestrella era l’affaccio sul mondo di una cantina signorile. Dietro il passaggio c’era sempre una stanzina piena di botti e un servo della casata pronto a mescere. Talvolta si notano ancora i battenti per richiamarlo, qualora si fosse distratto o, a sua volta già ubriaco…









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