
Lo possiamo definire senza ombra di dubbio il lato oscuro della moda si chiama Deserto di Atacama. Nel nord del Cile, uno degli ecosistemi più aridi e suggestivi del pianeta si è trasformato nel più grande cimitero tessile del mondo.
Ogni anno, oltre 39.000 tonnellate di abiti usati provenienti da Europa, Stati Uniti e Asia approdano nel porto di Iquique, grazie a una combinazione di zone franche e tasse d’importazione ridotte.
Questi capi, spesso nuovi e con l’etichetta ancora attaccata, dovrebbero essere rivenduti a basso costo. Per contrastare questo problema, è nata un’iniziativa coraggiosa: RE-Commerce Atacama, un progetto sostenuto dalla ONG cilena Desierto Vestido Tarapacá e da organizzazioni internazionali come Fashion Revolution Chile e Vtex Connect Latam.
L’obiettivo è dare una seconda vita agli abiti abbandonati, recuperandoli, sanificandoli e rimettendoli in circolo attraverso una piattaforma di commercio elettronico etico. La particolarità di questa piattaforma è che i capi sono gratuiti: l’unico costo richiesto è quello di spedizione, ovvero l’estrazione del capo dal deserto.
In questo modo si unisce impatto sociale e ambientale: si riduce l’inquinamento, si promuove la economia circolare e si offre un’opportunità di lavoro dignitoso ai volontari locali che si occupano del recupero.