CURIOSITÀ

L'Eros visto attraverso Milo Manara

Le sue donne dalle curve accentuate, sensuali, sfrontate, senza peli sulla lingua, per le quali non esistono tabù

L'Eros visto attraverso Milo Manara.

Coniugare Eros e raffinatezza non è cosa da tutti, ma nelle tavole disegnate dal grande Milo Manara è proprio ciò che si respira. 75 anni compiuti a settembre, di cui 60 passati a disegnare, dal suo studio di Sant’Ambrogio di Valpolicella il famoso fumettista mantiene ritmi serratissimi che lo portano spesso a trattenersi al tavolo fino a tarda serata. Tra i suoi capolavori Il gioco, Gulliveriana e Caravaggio. La sua prima musa è la moglie dalla quale non si è mai separato, e che gli vive accanto seguendolo quotidianamente nel suo lavoro. Progetta e disegna decine di lavori molti dei quali vengono anticipati al suo pubblico di affezionati lettori attraverso i social. La sua lunga carriera di fumettista, inizia nel 1969 con la collaborazione agli albi della serie poliziesco-erotica Genius. Poi con la collana per adulti  "Jolanda de Almaviva". Nasce poi con i lavori per il Corriere dei ragazzi  il sodalizio con il giornalista Mino Milani. Negli anni settanta, mette in piedi  decine di collaborazioni, confermando di essere  una penna e una mente con una creatività e intelligenza davvero fuori dal comune. Ma sono gli anni Ottanta che permettono a Manara di raggiunge una piena maturità e trovare quella cifra stilistica inconfondibile per cui oggi chiunque è in grado di attribuirgli una tavola al primo sguardo.




Come accade solo con i grandi maestri, vedi per esempio i disegni di Hugo Pratt e Guido Crepax. Con "Il Gioco" del 1982 Manara s’impone per il suo erotismo disinibito, ironico e trasgressivo. E cosa non trascurabile Colto. Si perché Milo ne Il Gioco narra la storia Claudia Cristiani, una stupenda donna dell'alta borghesia, i cui impulsi erotici sono guidati da un congegno che attivato, scatena i suoi più inconfessabili istinti inconsci. Ma attenzione  non vi è pornografia nei disegni di Manara, persino in quelli più apparentemente osceni. E i suoi personaggi femminili, anche i più sfacciati, sono così sensuali e sexy da essere lontani anni luce dall’immaginario erotico della letteratura a tripla X. Il suo è un erotismo che ha ascendenti troppo colti e intelligenti e sottili per essere etichettato in modo banale.  Ma altri temi fondamentali che ricorrono nell’arte del fumettista veneto sono il sogno e la storia. Un esempio ne sono due collaborazioni memorabili, con Federico Fellini (Viaggio a Tullum) e con Enzo Biagi (Storia d’Italia a fumetti).La storia non si scrive con i se, ma se Caravaggio vivesse ai nostri tempi, sembra chiedersi Manara, sarebbe un pittore o un fumettista, magari come il compianto Andrea Pazienza? Milo Manara al suo Caravaggio dà proprio il volto dell’autore di Pentothal e Zanardi.




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