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La nostra soglia di attenzione è meno di 8 secondi

Abbiamo raggiunto Marte eppure, recenti ricerche affermano che la nostra concentrazione dura meno di quella di un pesce rosso

di Mirco Zani
17 nov 2020
La nostra soglia di attenzione è meno di 8 secondi

La nostra soglia di attenzione è meno di quella di un pesce rosso, è la conclusione alla quale sono arrivati degli esperti dopo aver condotto delle ricerche che ne hanno evidenziato anche la progressiva riduzione. Arrivata ad attestarsi attorno agli 8 secondi totali. Possiamo quindi affermare che in quanto genere umano, abbiamo un problemino con la nostra capacità di concentrazione. E la colpa di tutto questo sarebbe, sempre secondo gli esperti, dello smisurato uso della tecnologia che facciamo o per dirla meglio, di quel incessante flusso di stimolazioni che ci colpiscono sotto forma di notifiche, messaggi, immagini in arrivo da Facebook & co. Lo studio di cui sopra è stato portato a compimento dalla stessa Microsoft monitorando le attività cerebrali delle persone prestatesi alla ricerca.


Il risultato ha portato alla luce due aspetti, se da una parte l'uomo di oggi ha migliorato nettamente la sua capacità di occuparsi simultaneamente di più questioni, divenendo un "multitasking", dall'altra ha perso la sua capacità di restare concentrato su un testo o un discorso dovuto alla  vistosa diminuzione della sua soglia di attenzione. La conferma di tutto ciò la si può vedere proprio dallo stile che viene adottato da tutte le piattaforme digitali, che tendono ad utilizzare "contenuti" della durata sempre più breve, privilegiando l'immediatezza di un'immagine, poche parole  o un video brevissimo.





La cosiddetta "luce in fondo al tunnel" la accende Bruce Morton, ricercatore del Brain & Mind Institute della University of Western Ontario, sostenendo che tutto questo non dipenderebbe dalla regressione del nostro cervello, ma dallo straordinario spirito di adattamento al nuovo contesto in cui si trova a vivere. Uno scenario fatto di  di informazioni che ci bombardano da una pluralità sempre più ampia di fonti, e che dunque ci richiede di velocizzare la metabolizzazione. In conclusione, secondo Morton la nostra mente sarebbe attualmente in fase di allenamento, per imparare a rispondere in modo sempre più efficace alle suggestioni del digitale.





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