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Luis Enrique un uomo prestato al calcio

Nella sconfitta sportiva ha rivelato tutta la sua sensibilità derivatagli dalla sua storia e da un dramma che lo ha reso più forte

di Mirco Zani
10 lug 2021
Luis Enrique un uomo prestato al calcio

Europei 2020 semifinali, chi vince quella partita tra Italia e Spagna va a giocarsi la finale di un Campionato Europeo. Alla fine saranno gli azzurri di Roberto Mancini a spuntarla ma soltanto dopo i rigori. Sulla panchina degli iberici siede un uomo che il calcio italiano conosce bene Luis Enrique, persona di calcio e di campo che sa  molto bene cosa significa perdere e quanto male fa. E specialmente nella testa e nel cuore di ragazzi giovani come quelli della sua Spagna. Luis che prima della partita ha abbracciato Daniele De Rossi, suo giocatore ai tempi della Roma, e ha salutato con affetto Mancini e Vialli. Lo stesso che a fine gara, dopo la sconfitta come un padre, è corso in campo verso i suoi giocatori, perché ad avere bisogno di un abbraccio tra le lacrime erano loro.

Ha riconosciuto la sconfitta senza attribuirla a mala sorte o al destino, come sarebbe stato più semplice, del resto lui la malasorte la conosce benissimo. La vita lo ha messo di fronte al dramma più profondo e doloroso che un uomo possa vivere, quello di vedere la sua piccola figlia Xana di soli 9 anni andarsene per una brutta malattia. A questo punto la mente prende altre vie, l'animo già duramente segnato ti fa accettare una sconfitta del campo esattamente per quella che è. Amara da ingoiare, dura da digerire, ma il tutto si ridimensiona a quello. Il suo viso porta ancora i segni di quella sofferenza, e quelli lo accompagneranno fino alla fine, ma l'uomo ora è più forte. Alla fine, con sorriso, ha confessato che in finale tiferà Italia perché ha detto: " Non puoi non amarla".

Grazie Mister Enrique di averci ricordato che il calcio è prima di tutto è uno sport e come tale ha delle regole e dei valori che purtroppo, troppo spesso, soprattutto il calcio tende a dimenticare....













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