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Ori and the Will of the Wisps

Il primo videogame nato in regime di smart working

di Mirco Zani
17 mar 2020
Ori and the Will of the Wisps

Si chiama "Ori and the Will of the Wisps" ed è un videogame, ma ha una particolarità, è  nato grazie al lavoro da casa di 80 persone. Il periodo che stiamo vivendo per via del Coronavirus ha reso nota la possibilità di ricorrere allo smart working, strumento decisivo con cui milioni di persone possono pur rimanendo a casa proseguire il proprio lavoro  semplicemente muniti di un computer, una discreta connessione e di dispositivi elettronici adeguati. Lo Smart Working nel mondo dei videogames questa potente risorsa è conosciuta da tempo e il team dello studio "Moon Studios" è riuscito a dare vita a Ori and the Will of the Wisps, sequel del primo e fortunatissimo Ori and the Blind Forest in grazie al lavoro remoto di 80 sviluppatori.

Il direttore dello studio,Thomas Mahler, in una intervista ha poi rivelato come anche il primo capitolo dell'avventura in 2D aveva visto la luce grazie a questa formula di lavoro, portato avanti in quella occasione da 20 professionisti che con maestria vi hanno dedicato la maggior parte del loro tempo dalle mura domestiche. E' così che ha partorito l'idea di costituire un team che lavorasse in remoto, che alla lunga si è rivelata una strategia vincente arrivando perfino ad assumere gente proveniente da Blizzard, Riot, Disney. Il motto del gruppo di lavoro è sempre stato: " Ehi, abbiamo un ottimo stipendio, ma la cosa bella è che possiamo  lavorare da casa". Le persone non hanno dovuto trasferirsi o sradicare la loro famiglia. Ed è così che siamo stati in grado di formare questo pool di talenti.

Da "Ori and The Will of the Wisps sono passati cinque anni, e ora con il sequel " si notano delle differenze notevoli, schiaccianti visto che a questo videogame hanno partecipato 80 professionisti in remoto, dei quali 43 provengono da diverse nazioni sparse nel pianeta. Dal punto di vista gerarchico l'organizzazione non è stata semplice visto che alla Moon Studios nel giro di pochissimo tempo si sono quadruplicate le figure professionali in gioco. Il successo di questa catena di montaggio "virtuale" è stato il prodotto di un'ottima divisione dei ruoli e dal fatto che ogni sviluppatore potesse interagire con il proprio responsabile di settore in tempo reale grazie ad un software dedicato di nome Apollo, creato apposta dagli studi sul modello dei più commerciali Skype e Trello.

Questo team ci insegna, come con il giusto equilibrio, tutti i sogni nel cassetto in fondo siano realizzabili.





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