15 anni fa moriva Marco Pantani

In molti hanno spento la Tv, lasciato il ciclismo al suo destino, chiuso con quel mondo e quelle emozioni che senza Pantani, niente. Niente bandane, scatti, salite, niente trionfi e niente nemmeno la voglia di trovare un surrogato. Marco Pantani è morto 15 anni fa e ancora non c'è un dopo.

C'è un prima, c'è una data, quella di Campiglio '99, la vigliaccata dell'ematocrito. Lì ha cominciato a morire un atleta che, val sempre la pena ripeterlo, mai è stato trovato positivo al doping. Fermato per quel valore appena sopra come mille altri che poi hanno ripreso. Lui no, strepitoso signore delle cime, ha deciso che non ne valeva più la pena. Ha scelto la discesa, ripida, un'uscita di scena veloce. Atroce. Come quando scattava in salita e aggrediva le pendenze per abbreviare l'agonia.

È morto, ironia della sorte, il giorno di San Valentino con il mondo di zucchero filato invaso dai cuori rosa. È morto solo, come solo è stato pure in mezzo a tanta gente. Nel frattempo hanno trovato l'ultimo spacciatore, avessero preso il primo forse la storia avrebbe preso un'altra piega. Non è più tornato e manca a tutti più di Merckx che pure vinceva in un anno quanto Pantani ha vinto in carriera. Non sempre i numeri rendono giustizia o premiano gli agitatori di uomini.

r.c.

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