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Abbuoni e cronometro, così Roglic fa bis nella Vuelta

Meglio di lui, nell'albo d'oro, solo Heras, Rominger e Contador. Carapaz rosicchia sulle montagne, ma non ci crede abbastanza.

8 nov 2020
@raisport
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Il Tour de France sfumato clamorosamente a cronometro probabilmente è una ferita che non si rimarginerà mai, oggi però fa un po' meno male. Perché nella “sua” Spagna Primoz Roglic tiene anche sull'ultimo ostacolo e fa doppietta nella Vuelta, bissando il successo del 2019: meglio di lui, nell'albo d'oro della corsa in rosso, solo Heras, Rominger e Contador. Un successo meritato ma sudato fino all'ultimo, con Richard Carapaz a impersonare il fantasma del connazionale Pogacar. Roglic ha vinto tre tappe – la prima, l'ottava e la decima – ed è stato in testa per 13 premiazioni su 18.


Eppure Carapaz è sempre stato lì a soffiargli col collo, alternandosi con lui – e soltanto con lui – al comando della generale e dandogli filo da torcere non appena si presentava una salita importante. Sul Formigal gli ha strappato per la prima volta la Rossa, mantenuta per quattro tappe e riconquistata in cima all'Angliru, dopo due frazioni di coabitazione in cima alla classifica. Quando le pendenze si facevano importanti Roglic è stato bravo a tenere duro, in attesa della crono di martedì che, come da copione, l'ha rimesso davanti, stavolta definitivamente. Col brivido finale sull'Alto de la Covatilla, dove Carapaz ha tentennato troppo prima di lanciare un attacco che, fosse partito qualche chilometro prima, avrebbe probabilmente scritto un'altra storia. Che invece parla di Roglic vincitore per 39”, con gli abbuoni per i quattro podi in più a giocare, a conti fatti, un ruolo decisivo.





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