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Calcio: il San Marino verso la sfida con Ancona

7 mag 2007
Il San Marino in allenamento
Il San Marino in allenamento
Con una vittoria domenica prossima contro l’Ancona il San Marino potrà chiudere la fallimentare regular season a quota 35, lo stesso punteggio con il quale il duo Buglio–Alberti aveva terminato la scorsa stagione. Dopo un anno lo scenario non è mutato. I biancoazzurri hanno ancora una chance per restare in categoria, ma i proclami della vigilia erano ben altri. Germano de Biagi era stato chiaro in più di un occasione: “voglio –aveva dichiarato- una stagione tranquilla”. Per ottenere questo obiettivo si è affidato a collaboratori inseriti nell’entourage societario da diversi anni come il direttore Generale Pier Luigi Gambarara -5 stagioni sul titano, 2 play off in C2 persi con Gualdo e Lodigiani, una promozione a tavolino e 2 play out in C1 nel suo palmares. Poi ha ingaggiato un nuovo Direttore Sportivo Claudio Crespini, a lui le chiavi del mercato, porterà 14 volti nuovi. Berardi, Villa, Di Maio, Florindo restano gli unici superstiti di una formazione completamente rivoluzionata, affidata ad un tecnico debuttante in C1 Roberto Alberti. L’inserimento nel girone B è deleterio, Ravenna insegna però che non era così impossibile fare bene. Presto ci si accorge che Alberti non è l’uomo giusto per l’obiettivo che la società si era prefissata. Primo grossolano errore, a cui si pone rimedio con l’ingaggio di un tecnico esperto come Nicoletti. Un problema di salute lo ferma nella fase cruciale del mercato di riparazione. Crespini da Milano torna con gli ingaggi di 2 centrocampisti Napolitano e Turchetta, non vengono ascoltati i suggerimenti del tecnico che aveva chiesto due giocatori. Un difensore di fascia sinistra per sostituire Di Bari lasciato partire, e un attaccante. Il girone di ritorno è una calvario, una miriade di infortuni, alcune sviste arbitrali, si aggiungono alle carenze tecniche evidenti. La mazzata definitiva la sconfitta casalinga con il Giulianova già retrocesso certifica tutti i limiti caratteriali di una formazione raramente in grado di essere competitiva. Ora è suonata la campanella dell’ultimo kilometro, lo scorso anno quella salvezza venne giustamente festeggiata come uno scudetto. Oggi, dovesse arrivare, rappresenterebbe la normalità.

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