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Cesena-Rimini: sale l'attesa per il derby

23 nov 2006
Stadio "Manuzzi" di Cesena
Stadio "Manuzzi" di Cesena
Classifica alla mano, e’ la partita dell’anno, e come tale va preparata. Ad ognuno tocca una parte: a Castori ed Acori la strategia tattica, ai tifosi la coreografia e il calore, tutto finalizzato ad essere il dodicesimo giocatore in campo. Nelle due citta’, almeno apparentemente, il derby si vive in maniera diversa. Piu’ intensa a Rimini, apparentemente piu’ distaccata a Cesena. In riviera, dove da giorni si parla dell’ evento, in questo momento l’ unica cosa che invidiano ai cesenati e’ lo stadio. Ma la fiducia che sia la volta buona e’ alta. Basta guardare in giro. I colori biancorossi spuntano un po’ dappertutto. La corsa al biglietto e’ frenetica. Dei 4000 biglietti chiesti, oltre 3200 sono gia’ stati venduti, 1500 solo in un giorno. E il botteghino dello stadio Neri e’ diventato un luogo frequentatissimo dai tifosi, convinti che sia arrivato il momento di sfatare il tabu’ che al Manuzzi si perde sempre, come e’ successo nelle ultime tre occasioni. Pensare a 5000 riminesi che si spostano nell’ entroterra romagnolo non e’ un ipotesi azzardata. A Cesena i tifosi bianconeri esternano meno e considerano la partita importante ma non piu’ di altre. "Il vero derby, dicono, e’ con Bologna, altra squadra che come noi ha tradizioni ed un lungo trascorso in serie A, al contrario del Rimini". Ma la corsa al biglietto va a gonfie vele. Oltre 11.000 cesenati, 5000 dei quali abbonati, andranno al Manuzzi. La tifoseria organizzata tutta nella curva monte mentre in quella mare stazionera’ quella riminese. L affluenza totale prevista allo stadio sara’ di oltre 16 mila spettatori.

Derby di Romagna: gli uomini in campo
La Straromagna con vista sul primato è festa per oltre 16.000 tifosi. Motivo in più per non sbagliare il colpo che potrebbe lanciare l’una o l’altra verso traguardi da sogno. Castori ha i precedenti dalla sua, ma una difesa d’emergenza. I centrali Zaninelli e Ficagna (ma non è una novità) marcano visita. I problemi di Pagliuca e Piccoli, da un lato, semplificano le scelte del tecnico, dall’altro, privano il Cesena di un paio di valide alternative. Il rispetto per un avversario forte non è paura: l’omone di Tolentino non tocca l’intoccabile 4-3-3, mai discusso anche nei momenti di magra. Vignati e Lauro centrali d’emergenza con Biserni e Sabato ai lati, mentre in mezzo è strategica la posizione di De Feudis, probabilmente speso a uomo su Ricchiuti. Davanti, Lazzari più che Piccoli, mentre il Papa sfebbrato parte subito.
Lato Rimini: Acori cerca i primi punti al Manuzzi, tra certezze e forfait. Ancora un mistero la terza linea: Peccarisi e Milone sono arruolabili, ma non stanno benissimo. Il tecnico pensa alla conferma di Porchia e Digao, centrali di scorta; Baccin e Regonesi a presidiare i confini. Con Barusso lungodegente e Cristiano perso tra le noie muscolari, la cerniera di mediana è di Cascione e Tasso. Fermo il resto, con un reparto offensivo in grando di fare e disfare. Classifica alla mano, è derby più bello di sempre, quello più nobile. Una vigilia carica d’attesa, con scommesse, timori e solito appello dei sindaci al vogliamoci bene. Basterebbe, sportivamente parlando, un odio civile. Palla al centro domani alle 16. Dalle 18 ci sarà chi gode e chi spiega.

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