Doping: pene più severe, ma niente carcere

La Wada annuncia grosse novità, ma boccia il provvedimento più atteso. Non ci sarà il carcere per i recidivi perchè un atleta -si legge nel documento finale- deve essere sanzionato sulla base delle regole dello sport e non del codice penale. Che invece entra in ballo in caso di smercio di sostanze dopanti. E così l'Agenzia Mondiale Antidoping reitera la validità del principio compromissorio, la famosa clausola che tiene gli sportivi a giudizio solo dagli organi sportivi. La vita per chi fa uso di doping comunque si farà più dura. Il nuovo arco temporale di squalifica per prima sanzione passa da due a quattro anni, e la Wada si doterà di nuovi strumenti investigativi e di raccolta dati. In più il fondo di ricerca ha sfondato i 10 milioni di dollari ai quali il Cio ne aggiunge altrettanti. Dunque il budget per il 2015 aumenta del 3 per cento. Ora il laboratorio sempre avere le carte in regola per essere riaccreditato ai Giochi di Rio.

r.c.

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