Doping Russia, il CIO decide di non decidere: scelgono le federazioni

Poteva essere una giornata storica per il movimento olimpico, poteva essere quella di una netta presa di posizione del sostrato pulito del mondo dello sport nei confronti di quel substrato viscido, profondo, subdolo, che ne mina i fondamenti di impegno, sacrificio, lealtà attraverso gretti escamotage che nulla hanno a che vedere con l'onorevole confronto sul campo.
Il CIO – di fatto – decide di non decidere: in Svizzera Thomas Bach rilancia la patata bollente nelle mani delle singole federazioni internazionali. Non sarà certo il CIO a prendere la responsabilità di chiudere i cancelli olimpici a tutti gli atleti russi, avranno pensato a Losanna, e ci può stare perché non è possibile sapere con certezza chi – nelle liste spedite da Mosca – sia pulito e chi no. Dal Cremlino, certo, accolgono la notizia con un pizzico di sollievo, esprimendosi in questi termini.

Comprendiamo la difficoltà del CIO nell'aver dovuto prendere una decisione a seguito del report stilato da una commissione indipendente. Capiamo la complessità delle discussioni, ma siamo grati al CIO che – nella scelta tra responsabilità collettiva e diritti individuali degli atleti – ha optato per salvaguardare la partecipazione di qualsiasi atleta russo pulito che abbia una reputazione impeccabile”. Anche se talvolta, nemmeno questo, basta.

Resta ora da capire come decideranno di muoversi le singole federazioni sportive internazionali, chiamate ad un lavoro di filtro nei confronti degli atleti russi convocati dal Comitato Olimpico Russo.

Nel servizio l'intervista a Vitaly Mutko, Ministro allo Sport della Russia, e Yelena Isinbayeva, olimpionica a Pechino e Londra..

LP

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