Tony Martin ha vinto la cronometro, Cadel Evans il Tour. Manca solo il vernissage di domani a Parigi. L’australiano è secondo contro il tempo ma in classifica è davanti ai fratelli Schleck. Non ci fosse stato lui, la Grand Boucle sarebbe stata un affare di famiglia. Cadel Evans è commosso sul traguardo in giallo come non avrebbe mai sognato pensare neppure al traguardo della quarta tappa quando in volata gli riuscì di battere Alberto Contador, al tempo favorito numero 1. L’italbici è poca roba. Ventisettesimo Damiano Cunego, un po’ meglio di Basso, ma sono lontani sportivamente di un’altra epoca i tempi di Pantani oltre a quelli bianco e neri di Bartali e Coppi. Ci consoliamo con i francesi, la grandeur dei quali è mortificata dalla miseria di una tappa soltanto portata a casa da dal semisconosciuto Roland.
Roberto Chiesa
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