Federer immenso

Federer immenso.
Sei Finals in bacheca, le ultime due edizioni comprese. Non serve altro a presentare re Roger come uno dei sicuri protagonisti del Master di fine anno, pleonastico sarebbe citare qui tutti i suoi record dopo la prima sfida a Londra.
Dall'altra parte della rete Tipsarevic, uno che sul veloce può mettere in difficoltà con la robustezza del servizio e la profondità dei suoi colpi. Qualità che certo non mancano anche all'elvetico, indicato come uno dei più grandi di sempre.
Il primo set è imbarazzante: Federer converte in punto il 92% delle prime di servizio, vale a dire 12/13. Cala leggermente con la seconda concedendo quattro punti all'avversario nello stesso scarto. Nessuna palla break concessa, una quella trasformata delle due a disposizione e partita in archivio 6-3.
Il secondo set, semmai fosse possibile, fila ancora più liscio: 20 punti solo di risposta, il 100% di punti sulla prima e due ace; numeri che paragonati alla pochezza di quelli del serbo, fermo sotto il 50% con il servizio e un doppio fallo, mandano velocemente al macero una partita che non c'è mai stata:
6-3, 6-1 in un'ora e dieci di gioco.
Nel serale trionfa David Ferrer, il più informa oltre ai top three, e fresco vincitore del Master 1000 di Parigi Bercy. Dall'altra parte Juan Martin Del Potro: grande potenza e solidità di colpi, ma poca, pochissima mobilità ulteriormente intaccata dall'infortunio che ci ha restituito un giocatore ancora lontano da quello capace di battere Federer nella finale degli US Open.
Il finale premia l'iberico, che si aggiudica l'incontro per 6-3. 3-6, 6-4.


Luca Pelliccioni

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