Il "Gigante" è Mariotti

Pyeongchang è un sogno, non un regalo. E nonostante la giovane età se lo gode, maturo e meritato, Alessandro Mariotti.

Solo sorrisi prima della partenza di quella che sportivamente parlando è la giornata più bella della sua vita da atleta. Si gusta ogni metro del tracciato che tratta con rispetto senza risparmiare l'atteggiamento aggressivo, ma avendo cura di non finire fuori. Parte col pettorale numero 101 sostenuto dal tifo di amici, famigliari e del Segretario Generale del Comitato Olimpico Eros Bologna.

Il suo tempo di 1'21''66 dista 13 secondi dalla medaglia d'oro di Marcel Hirscher. Il sogno è realtà, una realtà lontana dai superprofessionisti che lo precedono, ma ancora più lontana da chi c'è per fare numero.

Alessandro è sessantacinquesimo al traguardo di una gara che vedeva iscritti 110 atleti. La sua prestazione va oltre la rappresentatività, la bandiera, il tifo e il volergli bene. Alessandro è andato a Pyeongchang attrezzato per far quello che ha fatto. Non è una favola, è una bella storia sportiva scritta da chi con talento e passione si è meritato il panorama olimpico. Una storia biancazzurra in un Gigante solitamente azzurro che stavolta invece non ha regalato italiche emozioni. De Aliprandini a cannone nella prima manche, fuori all'ultima porta. Cattaneo, quarto a metà gara, lungo disteso sul muro della seconda manche.

r.c.

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