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Dal Multieventi al monte Carpegna: il giorno della Gran Fondo Marco Pantani

26 ago 2007
Antonio Prenna
Antonio Prenna
234 tra ex professionisti, buoni dilettanti, cicloamatori o semplici appassionati. Che è poi l’unica condizione richiesta per partecipare alla Gran Fondo. Tutti nel nome di Marco, che in testa al gruppo c’è. C’è già dalle 7.00 del mattino quando papà Paolo e mamma Tonina danno il via dal Multieventi verso quelle salite che hanno levigato le gambe e esaltato la classe di un grimpeur nato al mare di Cesenatico. Marco c’è e si allunga come un elastico fino alle pendici del monte Carpegna.
In questo sentiero per caprioli Marco c’è. Nelle smorfie di chi lo affronta, nel sudore e negli affanni, nella voglia di stringere i denti e anche nei rapporti 26, 28 perché quelle che pedalano oggi sotto questo sole sono gambe normali.
Il Cippo è anche l’unica porzione di tracciato competitiva. Lassù in cima il più Pantani di tutti è Falcone che doma l’impossibile ascesa in 25 minuti, 9 in più del Pirata in allenamento.
Il lento ciondolare di ciclisti improvvisati, contrasta ma non stride con il colpo di pedale di ex professionisti come Rodolfo Massi, in gruppo con Matteo Bono e Francesco Gavazzi corridori del momento alla Lampre. Il primo ha vinto una tappa alla Tirreno Adriatico e al Romandia, l’altro è stato Campione Italiano Under 23. L’arrivo non ha decretato alcun vincitore, lo spirito non competitivo è proprio questo. C’è un semplice miglior tempo di un buon dilettante del quale omettere il nome è la maniera di preservare il senso della pedalata. Una giornata per ricordare Marco Pantani, un grande sforzo organizzativo per una Gran Fondo giovanissima ma destinata a scalare tutte le classifiche di gradimento. Con quel nome lì c’è sempre qualcuno che si mette in giallo o in rosa, il nome di Marco Pantani è ancora l’unica chiave d’accesso ad emozioni assolutamente esclusive.

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