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Murata sconfitto dal Goteborg, la Champions non perdona

16 lug 2008
Murata sconfitto dal Goteborg, la Champions non perdona
Troppo Goteborg. La fiera dei sogni di un pallido Murata dura 20 minuti. Da un mancato rinvio di Vannoni, nasce il rimpallo che mette Soder davanti alla porta e spezza l’equilibrio. Troppo presto, perché fin lì il Murata aveva rispettato le attese e soprattutto gli intendimenti.
Squadra alta, tre mezze punte e due mediani a protezione di una linea a 4 che soffriva sugli esterni, ma che dava l’impressione di poter reggere. Qui, sul vantaggio svedese è cominciata un’altra partita, quella che ha lasciato più di un rammarico. Perché l’atteggiamento e la disposizione tattica, la voglia di provare a partire, e non solo a ripartire, si perde in una timidezza alla quale i bianconeri non avevano abituato. C’erano le distanze, c’era il palleggio. Non la personalità. E forse nemmeno la gamba.
Goteborg a nozze al 27': Alexdandersson punisce ancora quando il gioco, a dir il vero, doveva esser fermo per una spinta su Vitaioli piuttosto evidente. L’Europa ha le sue regole, è bello semplicemente esserci.
Magari da un campione come Aldair è lecito aspettarsi una protezione della palla differente nell’occasione del 3-0 firmato da Wernbloom, ma il brasiliano ha giocato con una contrattura al bicipite femorale, pronta a diventare stiramento, costringendolo in pratica a correre sulle uova. Ecco perché la sicurezza di un leader come Pluto è venuta meno col passare dei minuti.
Nella ripresa Agostini ha provato a cambiare e ricambiare, ma sono arrivate altre due reti. E tante grazie alle manone di Scalabrelli provvidenziali in almeno 3 circostanze.
Tra una settimana a Goteborg il ritorno. Sette giorni per riflettere, capire, correggere. Per riproporsi un po' più tosti, un po’ più convinti. Rappresentare il paese è un orgoglio che vale più di una brutta cinquina, ma la Champions non perdona e presenta conti quasi sempre salati.

La Juvenes/Dogana a Tel Aviv

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