Pantani: distrutti i reperti, possibile la riesumazione

"Me l'hanno ucciso" - così mamma Tonina, nel luglio dell'anno scorso, confermando una tesi difesa fino allo strenuo e che oggi viene letta con altra prospettiva. Dichiarazioni troppo frettolosamente targate come lo sfogo di chi ancora non aveva accettato la realtà di un figlio tossicodipendente e suicida. In realtà quel che è emerso a dieci anni dalla tragedia del Residence Le Rose di Rimini, non è che un sostrato pieno zeppo di dubbi e incertezze, insabbiamenti e pezzi di puzzle mancanti.
Quel che arriva oggi in pasto alle cronache sportive e non è l'ennesimo colpo di scena, dopo la riapertura dell'inchiesta improntata ora sull'ipotesi di omicidio volontario. Pare infatti che i reperti istologici prelevati sul cadavere di Marco ed utilizzati nell'autopsia del 2004 siano scomparsi nel nulla. Conferma la Procura: tutto distrutto. Anche il cuore di Marco. Ma perchè? De iure la distruzione dei reperti è prevista qualora il processo sia terminato. Legale l'azione, dubbiosa la tempistica: il caso è stato dichiarato chiuso in Cassazione nel novembre del 2011; ciononostante per oltre due anni nessuno di è preoccupato di eliminare tali reperti, andati distrutti nella scorsa primavera. Un tremendo colpo di sfortuna o l'ennesima ombra attorno ad un caso che farà discutere ancora a lungo?
Potrebbe aiutare la riesumazione del corpo del Pirata: la possibilità in questo senso è più che concreta, utile – come si augurano l'avvocato Antonio De Rensis e il professor Tagliaro – per fare luce su un'inchiesta che – a sensazione – ha ancora tutto da dire.

LP

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