Il sogno giallorosso si spezza in una notte di primavera, lo scudetto è cucito a doppio filo sulle maglie dell’Inter. Muore tutto quando invece le premesse erano altre. Avvio frizzante, Sampdoria un po’ in difficoltà e rintanata, difficile uscire dal guscio insomma un tempo da Caput Mundi. Il gol di Totti, di nuovo a segno all’Olimpico dopo tre mesi, è il chiavistello per sbloccare e trampolino per volare. Quando il raddoppio sembra li a portata di mano c’è Storari in versione insuperabile a tenere a galla la Sampdoria. Perché se lo scudetto è il sogno giallorosso, i blucerchiati vedono da vicino la Champions League. E nella ripresa eseguono. Il pareggio confezionato da Cassano e timbrato da Pazzini cambia la serata dell’Olimpico. Che un po’ ad onor del vero cambia anche per le decisioni dell’arbitro Damato, non il massimo per chi gioca in casa. I cambi di Ranieri scoprono, espongono, la Roma va vicinissima al vantaggio. Forse lo merita. Ma lo segna la Sampdoria, ancora Pazzini. Una doppietta per la Champions, per l’Inter (si dice suo approdo naturale) e anche per i mondiali sempre che a Lippi vada bene un giovanotto di nemmeno trent’anni.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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