San Marino: è crisi?

San Marino: è crisi?.
La società, almeno in forma ufficiale, fa quadrato attorno al tecnico. Lo scorso anno Buglio fu esonerato dopo quattro sconfitte consecutive, Alberti, se la linea rimanesse quella, avrebbe ancora un bonus. Siamo ad inizio stagione, il disfattismo non va ancora di moda, il realismo, invece, dice che la squadra è in crisi di gioco e di risultati. Una sola vittoria e un pareggio in sei giornate: forse nemmeno nella peggiore delle ipotesi si pensava ad un San Marino così in ritardo in classifica, anche perché il calendario non è stato così impossibile. Le lacune sono sotto gli occhi di tutti: ieri altra dimostrazione di grandi difficoltà, di fronte ad una formazione fatta di ragazzini e sicuramente abbordabile come la Sambenedettese. Non c’è una linea precisa: Alberti sceglie la prudenza, una sola punta - Villa, che poi una punta centrale non è e che, per di più, non si era allenato per tutta la settimana. E’ evidente che la fiducia negli altri attaccanti comincia ad assottigliarsi. Al consulente di mercato, Claudio Crespini, il compito di spiegare il criterio con il quale sono stati acquistati attaccanti, leggeri, come Abate e Ligori: sei giornate, nessun gol e mai la sensazione di poter essere pericolosi.
Facendo un passo indietro, se il San Marino avesse diritto di protestare sul gol validissimo, ma annullato a Villa, non potrebbe fare altrettanto sulla rete di Morante. Ancora una volta, errata la trappola del fuorigioco e ancora una volta è Di Bari a tenere in gioco l’avversario. Anche qui Crespini deve spiegare il motivo per il quale ci si priva di un giocatore come Corradi per far posto a Di Bari, a suo dire, maggiormente adatto alla fase difensiva. Altro dato: la squadra è troppo nervosa. Tre espulsioni in sei giornate sono un dato eclatante. Se poi i provvedimenti colpiscono due giocatori come D’Angelo, due volte, e Berardi, allora si può intuire la solitudine di Alberti. Al tecnico sii possono imputare certe scelte (vedi il cambio Berardi – Blanco con il Ravenna), o il modulo prudente di ieri, ma non certo errori grossolani come quello di Ceccarelli, o scelte arbitrali discutibili.

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