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Scherma e pallanuoto: c'è un Italia che gioisce

23 lug 2014
Scherma e pallanuoto: c'è un Italia che gioisceScherma e pallanuoto: c'è un Italia che gioisce
Scherma e pallanuoto: c'è un Italia che gioisce - L'Italia che deve destarsi – parafrasando l'inno di Mameli – non è certo quella della scherma, da se...
L'Italia che deve destarsi – parafrasando l'inno di Mameli – non è certo quella della scherma, da sempre fiore all'occhiello dello sport azzurro nel mondo, miglior biglietto da visita dei successi internazionali e fucina inesauribile dei medaglieri olimpici. Nei mondiali di Kazan, l'Italia non è sfuggita alla regola, che diventa quasi assioma allorché si parla di fioretto femminile: sempre al vertice, da anni. L'ultimo acuto è firmato in calce da Errigo, Di Francisca, Batini e Vezzali, capaci di monopolizzare il podio individuale e infliggere l'amarezza della sconfitta in finale alle russe padrone di casa, battute 45-39. Ragazze d'oro, esattamente come Rossella Flamingo, che ha riportato la spada azzurra sul gradino più alto del podio dopo tanto tempo, bissando il bronzo a squadre.
Quote rosa inarrivabili al momento per l'altra metà della pedana: il nome nuovo è quello di Enrico Garozzo, bronzo maschile individuale nella spada.
Steccano invece gli azzurri del fioretto, che festeggiano a fatica e con sorrisi stropicciati il bronzo mondiale, tanto erano divorati dai rimpianti per l'eliminazione per mano cinese in semifinale. Certo Cassarà, Avola, Baldini e Aspomonte avrebbero reso la vita più dura ai francesi, iridati dopo l'informale 45-25 nei confronti degli asiatici.

Situazione simile se trasferita in acqua: il Setterosa vola in semifinale continentale, affondando – è il caso di dirlo – la nazionale greca nei quarti. Una partita tutt'altro che semplice, che assume i contorni dell'impresa epica sotto la pioggia di Budapest. Acqua su acqua, in una sfida che la Asimaki prolunga con il gol del 7-7 a 7'' dalla fine, per le reazioni comprensibilmente antitetiche delle due panchine, entrambe scattate in piedi. E le analogie finiscono qui. Duello da risolversi ai calci di rigore, dove la protagonista assoluta è Giulia Gorlero, che blinda la porta azzurra respingendo i tiri dai 5 metri di Tsoukala e Charalampidi. Impeccabili – di contro – le azzurre, che forti dell'11-9 finale affronteranno la nazionale olandese per un posto in finale contro la vincente tra le ungheresi padrone di casa e la Spagna campione del mondo.


LP

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