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Si chiude l'Olimpiade di Vancouver

1 mar 2010
Olimpiadi
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Il Razzo, sedici anni dopo la Bomba. Forse l’Italia trova l’erede di Tomba ed è l’unica buona notizia di due settimane di gare che nessuno ha visto. Poco male perché il bottino è magrissimo, ben lontano dai primi dieci posti del medagliere fissati da Petrucci come obiettivo. Vancouver chiude alla canadese e distribuisce gli ultimi due ori. L’Hockey ecco un motivo per ricordare questa sbiadita Olimpiade. La partita più bella di tutti i tempi. Nella finale contro gli Stati Uniti i canadesi si sono imposti per 3-2 dopo un supplementare con un gol di Sidney Crosby, l’idolo dei tifosi, compreso il Primo Ministro Harper che dai Giochi si è fatto prendere più di tutti e sfoggiato la maglia della Nazionale.
L’ultima gara batte bandiera norvegese. Sua Maestà Petter Northung si riprende il trono e fa sua la 50 km di Fondo, la Regina delle Nevi. Bella e orgogliosa la gara di Giorgio Di Centa, alla fine undicesimo e primo degli italiani. Meglio di Pietro Piller, un po’ indietro, ma che il suo Argento lo aveva già portato a casa.
La Festa finale è autoctona. I canadesi la buttano sul simbolismo (tutta roba loro) con Giubbe Rosse, Hockey, Alci, Castori, tutto condito con l’immancabile foglia di acero rosso. E il ricordo di Nodar Kumatitashvili, che ha lasciato la vita all’ultima curva. A volte l’Olimpiade è anche un sogno spezzato.

Roberto Chiesa

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