Sipario sui mondiali di atletica, a Pechino domina il Kenya. Zero medaglie per l'Italia

I Mondiali di atletica di Pechino si sono chiusi col trionfo del Kenya, che grazie alla doppietta oro-argento nei 1500 uomini firmata Asbel Kiprop e Manangoi ha conquistato il primo posto nel medagliere. Un risultato storico, dato che si tratta della prima vittoria di una nazione africana nella storia della rassegna iridata. Secondo posto alla Giamaica, che con l'oro nella gara di chiusura, la 4x100 donne, ha beffato all'ultimo gli Stati Uniti, il cui quartetto, per ironia del destino, ha vinto l'argento. A consolare gli USA il sesto successo iridato consecutivo nella 4x400 uomini, con gli yankees che hanno avuto la meglio su Trinidad&Tobago e Gran Bretagna. Nelle altre gare di ieri, doppio oro per l'Etiopia, con Mare Dibaba che ha vinto la maratona femminile e la Ayana che ha fatto suoi i 5000 femminili. Nel salto in alto maschile oro al canadese Drouin, mentre nel giavellotto donne si è imposta la tedesca Molitor. Come detto, sul podio nel medagliere salgono Kenya, Giamaica e Stati Uniti, che hanno vinto più medaglie di tutti, 18, ma solo, tra virgolette, sei ori. Oltre ai soliti trionfi nelle lunghe distanze, il Kenya ha portato a casa anche ori inattesi, come quelli di Nicholas Bett, nei 400 ostacoli, e di Julius Yego nel giavellotto. Nemmeno l'ombra del doping, con Zakary e Manunga squalificate durante la rassegna iridata, ha oscurato l'impresa degli africani. 7 ori, 6 argenti e 3 bronzi, per un totale di 16 medaglie. 7 ori anche per la Giamaica, che ancora una volta si è aggrappata alle imprese del suo campione più grande, Usain Bolt. Il “Fulmine” ha chiuso con tre ori nei 100, nei 200 e nella 4x100, che gli sono valsi il titolo di miglior atleta della competizione. Molti lo davano già sul viale del tramonto, ma Bolt ha dimostrato ancora una volta che quando il gioco si fa duro non ce n'è per nessuno. Per quel che riguarda i risultati individuali, il mondiale si è chiuso con un solo record del mondo, quello dell'americano Ashton Eaton nel Decathlon. Oltre a Bolt ha fatto tripletta anche Allyson Felix, oro nei 400 donne e argento nella 4x100 e nella 4x400. Il britannico Mohamed Farah è invece riuscito a regalare qualche lacrima ai kenyoti, facendo doppietta nei 5mila e nei 10mila metri per il secondo mondiale di fila. Da lacrimuccia, in senso buono, anche la storia dell'americano LaShan Merritt, cui nel 2013 diagnosticarono un problema ai reni che ne avrebbe dovuto compromettere la carriera. Merritt però non si è dato per vinto e a Pechino ha vinto l'oro nella 4x400 per la sesta volta consecutiva e l'argento nei 200. E al ritorno a casa riceverà dalla sorella un rene nuovo. Bella anche la storia del già citato Yego, che inadatto alla corsa si è dato al giavellotto, imparando a lanciare grazie ai viedeo su Youtube. Poi un periodo in Finlandia, patria della specialità, per affinare la tecnica. Con ottimi risultati, visto l'oro che porta con sé in patria. Infine l'Italia, che torna a casa con le ossa rotte e con zero medaglie. Come nel 2009, ma con ancora meno punti (10,5 contro 21). La spedizione cinese come la “peggiore di sempre” degli azzurri, forse il fondo da cui non si può che risalire. Sperando che nessuno ci regali una pala.

RM

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