Tonina Pantani: "Sanno chi ha ucciso mio figlio, ma non vogliono dirlo"

Il rancore serbato dentro per qualcuno – troppi – che ancora oggi si nascondono dietro il nome del figlio per veicolare momenti di notorietà o raggiungere il pulpito di chissà quale chiesa e per chissà quale uditore. Si emoziona quando parla dei misteriosi accadimenti ruotati attorno alla morte di Marco, di come avessero invitato lei e Paolo a prendersi una vacanza prima del ritorno a casa del figlio prediletto. Che non tornò più. Tutto questo è Tonina Pantani, mamma dell'indimenticato e indimenticabile Pirata. “Né un drogato, né un dopato. Mio figlio si è sempre speso e battuto nella lotta al doping; forse era diventato un personaggio scomodo per qualcuno”. Ne ha per tutti Tonina, che torna sulla contingenza, di come il Senato Francese abbia aperto un dossier sul Tour del '98 e non solo, infangando il nome di Marco, accostato all'uso di Eritropoietina. Chi arrivò alle sue spalle, Ullrich e Julich, oggi sono rei confessi. Fecero uso di EPO. Impossibile chiedere lo stesso a Marco, il contraddittorio oggi non è più invocabile. C'erano leggi e regole diverse: il valore dell'ematocrito non doveva superare la fatidica soglia del 50. Dunque tutti, o quasi, prendevano qualcosa. Probabilmente anche Marco. “Sarebbe stato stupido non farlo - confessa a microfoni spenti Tonina – ma allora perchè a cronometro e in pianura non andava? La realtà è che era fatto per la bicicletta”.
Ma l'accanimento con cui puntualmente ci si riferisce alla figura di Marco non va giù. Non è tollerabile. E nelle sale dello Spazio Pantani, museo sportivo e biografico del Pirata proprio in zona stazione a Cesenatico, riecheggia una frase, che mamma Tonina attribuisce a Vittorio Savini, ex presidente del club Forza Magico Pantani ed oggi assessore allo sport di Cesenatico: “So chi ha ucciso Marco. Ma lo dirò solo quando avrò 80 anni”. L'incomprensione e la rabbia di una donna che ha perso il figlio e si sente vittima di uno strano gioco retorico, se non celante qualcosa di ancor peggiore, è quantomeno comprensibile e condivisibile.

Luca Pelliccioni

Presto l'intervista integrale a Mamma Tonina

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