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Tour, la salita premia Lutsenko

4 set 2020
Aleksej Lutsenko
Aleksej Lutsenko

Vince un kazako, Aleksej Lutsenko, dieci anni dopo Alexander Vinokourov che è stato il primo e che ora è alla guida dell'Astana e del suo successore Lutsenko anche patron. In un Tour con poca gente sulle strade e senza le storiche cime, si corricchia su una salitina di serie B che nell'87 si vide domata da Silvano Contini e poi il Tour non ci è passato più. Yates, che di solito preferisce correre in coda al gruppo, per necessità di giallo si mette davanti. Viste le manovre della Ineos per Bernal e della Jumbo per Roglic, il leader della generale preferisce controllare da vicino. Tutto o quasi succede sul Col de la Lusette, ascesa di una dozzina di chilometri con punte anche dell'11 per cento. La fuga di giornata chiarisce idee e protagonisti. Lutsenko, Herrada, Roche, Cavagna, Van Avermaet, Powless, Boasson Hagen e anche Daniel Oss a dare un piccolo segno d'Italia in un Tour che per il momento non ha riservato gioie per i ciclisti azzurri. Ha provato a farsi vedere anche Aru, scattino subito riassorbito e comunque archiviato alla voce "battere un colpo". Di quelli attesi su questo percorso marca visita De Gendt, imbastito e ingrigito là dove non conta nulla. Powless prova a sparigliare le carte, ma le gambe bocciano la generosità d'animo dell'americano. Lutsenko gestisce al meglio le energie e resta solo. Harrada è l'unico a reagire, ma è tardi. Il kazako fa festa, Yates tiene la maglia e conferma che le montagne poco nobili di questo Tour poco Tour fanno selezione sì, ma danno a quasi tutti la possibilità di resistere. 



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