Triestina-Reggina 2-1

La Triestina esce dalla palude e fa festa dopo 6 turni. Vince e respira al termine di un confronto teso, brutto, con il clima da ultima spiaggia che aleggia sul Rocco e obiettivamente non aiuta. Ma dall’incubo si può uscire anche senza incantare. Ad Arrigoni interessa questo, a Della Rocca pure. Il suo sfondamento è preludio di scenari molto differenti da quelli vissuti fin qui. E l’avversario? Non collabora. Non può collaborare, la classifica tossicchiante dei calabresi rivela che la salvezza è ancora tutta da acchiappare. La reazione è di qualità, il sigillo e di Missiroli, uomo ovunque e migliore in campo. E a questo punto, con la contestazione che riaffiora sopra il pelo dell’acqua, il peccato mortale reggino e quello di fare i conti sul punto. Che per carità andrebbe anche bene, ma non affossare la Triestina alla fine può anche costar caro. Dopo l’intervallo c’è poco, pochino. Ma il merito alabardato è quello di stare in campana. Non far molto per vincere, ma tenere l’occhio vigile in caso di regalo. Cinque al gong, D’Aversa la butta senza troppa geometria, ma la difesa di Breda si fa sorprendere incredibilmente alta. Così Colombo, quasi invisibile fino a li, vince un contrasto e fulmina Marino. Un gol che vale un pezzo di paradiso.

Roberto Chiesa

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