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Pesaro si scioglie ancora, Cantù vince 81-72

Sempre sotto nel primo tempo, la Carpegna Prosciutto domina il terzo quarto e sorpassa, salvo poi crollare nel periodo finale.

5 ott 2020
@victorialibertas.it

La Supercoppa e l'esordio in campionato avevano dato l'illusione di una stagione meno complicata del solito, dopo Cantù però Pesaro fa intuire che ci sarà ancora da sgomitare e soffrire. In un PalaDesio con 700 spettatori la VL parte male, fa bene nei quarti centrali – dominando il terzo – ma come con Sassari si scioglie in volata e cede 81-72. Contro un avversario che può godere del suo pubblico ma non certamente irresistibile, ma comunque in grado di condurre per tre periodi su quattro. Fa da attenuante l'assenza di Delfino, precauzionalmente solo in panca dopo il problema muscolare di sabato. Senza il capitano – e con Drell bocciato dopo appena 2' – gli effettivi sono soltanto 7, troppo pochi per tener botta fino in fondo. Non bastano i 18 di Robinson e i 14+15 rimbalzi di Cain. Per Cantù decisivo il rimpianto estivo di Repesa, Jaime Smith, che fa 18+10 assist ed è ben supportato da Woodard – altri 18 con 4/8 da fuori – e dal duo Pecchia-Leunen

Pesaro si perde nei troppi passaggi a vuoto senza segnare. Per esempio nei primi 4' 30”, quando il solo canestro dal campo permette a Pecchia e Kennedy di guidare l'immediato 15-4. Quando Cain comincia a carburare anche oltre i punti segnati arriva l'8-0 del -2 e da lì la partita si fa fisarmonica e fioccano le triple. Quelle di Filloy e Robinson cancellano il riallungo di Cantù, poi capace, a metà del terzo, di tornare a +9 grazie ai botti di Woodard e Thomas. Qui però sono i brianzoli a sparire e l'andamento viene stravolto. Filipovity e Massenat colpiscono da lontano e avviano il 12-0 Pesaro, che impatta ancora con Filipovity e sorpassa con la tripla di Tambone. Nel complesso viene fuori un 18-3 e dopo il primo possesso del quarto arriva il +6, dopodiché però ecco altri 6' senza canestri dal campo a rovinare tutto definitivamente. Cantù ribalta lo scarto con un 15-3, aperto e chiuso dalle bombe di Leunen e con in mezzo 7 punti di Smith. Ed è proprio il play a mettere la pietra tombale: libero su un tecnico a Repesa – che è al secondo e dunque esce – e canestro dalla distanza per il +10. Le ultime fiammate di Robinson non rianimano una Pesaro ancora ancorata sul fondo, cosa che, da ieri, non riguarda più Cantù.




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