Anche Cesenatico da l'addio a Vicini

A Brescia dove ha vissuto più della metà della sua vita in cattedrale, ma il giorno dopo anche in Romagna. Gli ultimi saluti ad Azeglio Vicini sono così due, silenziosi e rispettosi più che della tristezza del momento, della riservatezza del personaggio. C'erano gli amici dell'estate, quelli ai quali non faceva mancare la telefonata o il biglietto di auguri. Cortesie che non sono mai venute meno nemmeno quando il mondo gli cambiava sotto gli occhi e si allontanava dal suo. Il gentiluomo in azzurro delle notti magiche al comando di un gruppo fumantino guidato senza mai alzare la voce. Innovatore prima del grande innovatore Sacchi, ingenerosamente collocato tra gli allenatori tradizionalisti lui che Donadoni, Baggio, Vialli e Schillaci li faceva giocare tutti insieme. Ha fatto sognare gli italiani, perso un mondiale senza perdere mai una partita, perso un mondiale quando arrivare terzi era appunto perdere un mondiale che oggi, 28 anni dopo, il mondiale non lo giochiamo nemmeno. E da oggi la moglie Ines, i figli e i nipoti ricominceranno senza la il commissario che con un filo di voce ha regalato serenità e sorrisi fino all'ultimo giorno.   

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