Ascoli-Forlì 4-0

Sono in 5.000 a spingere la capolista contro il Forlì. I galletti sono un misto di inadeguatezze, errori individuali e nervosismi e ancora una volta restano in 10 dopo pochi minuti. Tempo di vedere Mustacchio provare una cosa da pallone d'oro e poi registrare il fattaccio. Reato di anagrafe e di procedura, già ammonito, come un karateka sullo stravivace Mustacchio. Sarebbe quasi da rosso diretto, ma il secondo giallo basta e avanza. Tutto in un contesto molto all'ascolana. I bianconeri premono e passano. Scotti non sembra Scotti sul tiro cross e Perez è tra i pochi ad aver creduto nell'errore del portiere. E' il gol che fa da apriscatola ad una partita che qui si apre e qui si chiude. C'è solo una spolverata di orgoglio di Melandri che prima tira nel parcheggio del Del Duca, e successivamente trova Lanni in posizione sul palo di competenza. La ripresa è invece da imbarazzo totale. Petrone ordina possesso e pressione, il Forlì resta aggrappato più al punteggio che alla sostanza. Il crollo arriva negli ultimi 20 minuti. Chiricò scambia e affetta una difesa molto ferma e discretamente compiacente, il colpo di biliardo del 2-0 archivia anche agli occhi degli inguaribili ottimisti. La manciata di minuti che separa le squadre da una sentenza già scritta porta altre due reti. La prima, che sarebbe la terza del bilancio serale, arriva con una capocciata dell'esperto difensore Mengoni bravo a saltare nel traffico e infilare diagonalmente. L'ultimo è un sinistro esternato di Carpani. In questi casi si dice sia un poker, ma assomiglia di più alla figura pugilistica del Knock Out.

Roberto Chiesa


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