Brasile: Fred firma la vittoria su un'ottima Serbia

Brasile – Serbia: l'immediato futuro dei verdeoro è collegato ai Balcani. Sale la febbre mondiale e contestualmente le responsabilità della Seleçao nei confronti di un pubblico senza eguali. Formazione tipo per i pentacampioni, che dopo appena tre secondi sudano freddo: Tadic stende Neymar e il pensiero degli 80.000 del Morumbi vola subito a Ribery e Reus, ultimi in ordine cronologico ad aver dato forfait al mondiale per infortunio. L'attaccante del Barça fortunatamente si rialzerà, ma la Serbia non è in Brasile per scherzare: sul piazzato di Tadic, Thiago Silva anticipa anche David Luiz per mettere in corner. Gli europei sono padroni del campo: Kolarov sulla mancina si beve Dani Alves e arriva alla conclusione di destro, ma senza precisione.
Partita vera, che di amichevole ha ben poco. Petrovic, ve ne fosse il dubbio, lo ricorda al solito malcapitato Neymar. Due minuti più tardi Hulk scappa sulla destra e crossa al limite dove l'ex Santos cerca di salta Basta, bravo ad opporsi, meno nel disimpegnarsi: sulla nuova opportunità per Neymar ci mette una pezza Ivanovic.
La Serbia si difende compatta: Neymar fa filtrare un pallone sulla trequarti che trova Fred tutto solo tra le linee. Immediato il destro fiondato dell'attaccante del Fluminense che non trova però la porta di Stojkovic.
La Serbia è viva: Markovic guida la ripartenza che porta Kolarov in area. David Luiz e Julio Cesar evitano così che il pallone arrivi a Mitrovic.
L'ultima occasione del primo tempo è per la Seleçao, a seguito dell'ennesimo calcione rifilato a Neymar: il piazzato di David Luiz non è sufficientemente preciso per portare negli spogliatoi il vantaggio.
Nella ripresa arriva subito quel che è mancato nel primo tempo: il gol. Fred sfrutta a dovere il lancio di Dani Alves e i due metri che Ivanovic gli concede per mettere giù di petto e battere Stojkovic in precario equilibrio. Gol strepitoso della Scarpa d'Argento della Confederations Cup, che sullo slancio batte l'estremo serbo e fa esplodere la torcida brasiliana.
Ma la Serbia non si dà per vinta, continuando a far vedere le cose migliori sulla sinistra: il terzo tempo di Jojic vale l'anticipo su Marcelo. Il montante sinistro di Julio Cesar – battuto – salva la nazionale verdeoro dal pareggio che sull'inserimento del centrocampista di Jurgen Klopp sembrava cosa fatta.
Gli uomini di Drulovic continuano a spingere, per niente intimoriti: Lazar Markovic è semplicemente imprendibile, Julio Cesar è lì sul destro morbido da dentro l'area.
I Pentacampeao tornano a farsi vedere al 74'. Il filtrante di Neymar per Hulk è millimetrico, mister 55 milioni scavalca dolcemente Stojkovic ma il primo assistente segnala un fuorigioco che, come mostreranno chiaramente le immagini, non c'è.
Vince ma non convince il Brasile, tanto che dalla torcida del Morumbi arriva qualche isolato fischio. Gli occhi del mondo giovedì saranno puntati sui verdeoro, sui quali oscilla la spada di Damocle riservata ai favoriti. All'uomo che 12 anni a Yokohama portò in trionfo il Brasile, il compito di mantenere intatto il crine di cavallo.
LP

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