Champions: 1 - 1 a Madrid, la Juve in finale

Musi lunghi e sguardi bassi: se lo immaginavano ben diverso il post partita del Bernabeu, gli uomini di Ancelotti, che già pregustavano la seconda finale consecutiva – non è mai successo da quando la Champions si chiama così – e la possibilità di un Clàsico a Berlino con vista sull'Undécima.
Nulla di tutto questo: i Galattici non sono di Madrid, per una volta. Sfilano rapidamente i milionari Cristiano Ronaldo, Kroos, Varane, Isco: una passerella da oltre 150 milioni di euro spesi, e parliamo solo dei cartellini.
Ai microfoni si ferma Carvajal, che prova a consolare i tifosi della Casa Blanca.

Voglio lanciare un messaggio di incoraggiamento ai nostri tifosi, l'anno prossimo torneremo più forti. Voglio ringraziarli per il loro supporto fin dall'arrivo allo stadio e fino alla fine della partita. Abbia lottato, tentato di vincere, ma senza riuscirci”.

Dopo Carvajal un cupo Bale, che anticipa l'arrivo del protagonista, del grande ex, in una simbolica dicotomia di mercato: il più pagato di sempre prima della cessione fin troppo frettolosa del secondo, Alvaro Morata, che ha buttato fuori gli amigos segnando all'andata e al ritorno.

È stata un'emozione agrodolce, non ho esultato al gol. Sentimenti così strani e insoliti non sono comuni nella nostra carriera. Sono cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, ho fatto il mio debutto nella Liga con la maglia del Real Madrid, sono diventato un calciatore professionista nel Real Madrid. Potrei andare avanti ore a ringraziare il Real per tutto quello che ha fatto per me, ma oggi ho semplicemente fatto il mio lavoro e mi rimangono emozioni agrodolci, contrastanti”.

LP

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