Champions, la Juve aspetta l'Atletico per ribaltarlo

Frenata all'andata dallo storico male del calcio italiano – quell'attitudine ad essere accorti e coperti con tutti, anche con chi sulla carta inferiore – la Juventus è obbligata ad essere se stessa, ossia una big d'Europa. Niente paturnie tattiche, niente speculazioni sul risultato, niente De Sciglio al posto di Cancelo: si deve attaccare, si deve segnare. Per strappare almeno il supplementare servono due gol, e se l'Atletico Madrid dovesse marcare un gol non si passerebbe senza farne almeno quattro. Compito non facile contro il prototipo della squadra granitica, ma che deve essere la normalità per una Juve costruita con l'obiettivo principale – e forse unico – di vincere la Champions. “Commissario io ti pago per questo” direbbe De André a Ronaldo, in ombra all'andata e chiamato a dare un senso al suo arrivo in bianconero. Di ribaltoni è piena la storia recente della coppa, come ricorda, al microfono di RTV, Damiano Tommasi.

A complicare il tutto ci ha pensato Douglas Costa, finito ko nella rifinitura. Fuori per infortunio anche Khedira, Barzagli , De Sciglio e Cuadrado, mentre Alex Sandro è squalificato. Così l'unica scelta tecnica pare quella che vuole Bernardeschi insieme a Ronaldo e Mandzukic, con Dybala in panca. In mezzo Emre Can, Pjanic e Matuidi, mentre davanti a Szczesny esordio in Champions per Spinazzola, al fianco di Chiellini, Bonucci e Cancelo. Recuperato invece il tifo della Curva Sud, che vista l'importanza della sfida sospende lo sciopero per il caro-biglietti e per una sera torna a cantare.

Assenze importanti anche per Simeone: squalificati Thomas e soprattutto Diego Costa, così sarà l'ex Morata – che nelle sfide secche dà il meglio – ad affiancare Griezmann. Sono infortunati invece i terzini Filipe Luis e Hernandez: perciò Juanfran si sposta a sinistra e Arias va a destra, ai fianchi delle due certezze, il recuperato Godin e Gimenez, a protezione di Oblak. In mezzo invece Saul va al centro con Rodrigo, mentre sull'esterno opposto a Koke c'è Lamar.

RM

Nel servizio le parole di Damiano Tommasi.

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