Il day after di Italia-Svezia: Ventura e Tavecchio non si dimettono, parole forti di Malagò e Lotti

Insigne in panchina, De Rossi che sbrocca perché chiamato a scaldarsi al posto suo e Bernardeschi nell'improbabile ruolo di mezzala. La surreale gestione Ventura si chiude così, con l'Italia a casa e la tutt'altro che irresistibile Svezia al Mondiale russo. Le solite scelte incomprensibili a chiunque abbia una minima idea di cosa sia il calcio salutano l'addio del peggior CT della storia azzurra. Addio che non fa rima con dimissioni, perché di rinunciare ai circa 700mila euro che ancora gli spettano non se ne parla: sarà licenziato - e avrà la buonuscita - o resterà in sella fino a luglio, quando scadrà il contratto.

E niente dimissioni - per ora - nemmeno per il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, già passato indenne dagli scivoloni sulle banane di Opti Poba e sulle donne calciatrici. Ventura è stata una scelta sua e le responsabilità per il fallimento andrebbero divise tra loro, di affondarci insieme però non se ne parla: ieri il presidente ha preso tempo parlando di 48 ore di riflessione, dunque ne sapremo di più dopo la riunione coi vertici federali di domani.

Nel frattempo le principali testate italiane parlando di apocalisse e vergogna e le alte sfere, pur con altre termini, non sono da meno. “ Fossi in Tavecchio mi dimetterei” ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò, mentre il Ministro per lo Sport Luca Lotti ci va ancora più pesante, parlando di “necessità di rifondare il calcio italiano".

Nel servizio le parole del Ministro per lo Sport Luca Lotti

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